
Il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di dissequestro dell’azienda Rdb Ita di Teramo, produttrice della trave che avrebbe...
Il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di dissequestro dell’azienda Rdb Ita di Teramo, produttrice della trave che avrebbe provocato la strage di via Mariti. I pm Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone, nell’ultima udienza, avevano ribadito le esigenze cautelari alla base del sequestro. Provvedimento che invece l’impresa Rdb Ita e la ’consorella’ Italprefabbricati, con gli avvocati Taddeucci Sassolini, Pisani e Preziosi, avevano contestato.
Tutto ruota attorno al pericolo che l’azienda Rdb Ita di Teramo produca ancora una trave con lo stesso “errore“. Il pool difensivo, in udienza, ha elencato gli interventi adottati che farebbero invece superare l’attualità del “pericolo“. La due società finite sotto sequestro hanno infatti cambiato la loro governance dopo il coinvolgimento dell’amministratore Alfonso D’Eugenio (nella foto) nell’inchiesta della procura fiorentina. E, hanno insistito gli avvocati, le società finite sotto sequestro hanno interrotto i rapporti con l’altro indagato, Carlo Melchiorre, l’ingegnere che avrebbe progettato la trave e il “dente“ con un quantitativo insufficiente di armatura del cemento.
Ma per la procura, e a logica anche per i giudici, il ricambio sarebbe avvenuto tardi e non avrebbe ad esempio prevenuto un altro errore potenzialmente grave su un’altra trave progettata e posata in un cantiere nell’aprile del 2024, ovvero un paio di mesi dopo il crollo che in via Mariti provocò la morte di cinque operai rimasti schiacciati dal solaio.
P.m.