Firenze, 17 febbraio 2024 – Una trave di circa 15 metri, svariate tonnellate di cemento armato. Stavano costruendo l’anima di quello che sarebbe diventato il supermercato Esselunga più grande di Firenze, nel cuore pulsante della città, operaia e operativa, Novoli. Alle 8.52 quella trave è venuta giù, portando nel baratro cinque operai, più tre miracolosamente scampati.
Cos’ha ceduto? Chi ha sbagliato? Scarsa qualità dei materiali o un errore nella progettazione? Il lavoro di ricostruzione della procura s’intreccia con quello, altrettanto faticoso, di recupero dei corpi. Delle cinque persone che mancano all’appello, soltanto uno è stata identificata con certezza: è Luigi Coclite, 60 anni, nato in provincia di Teramo ma residente a Collesalvetti, Livorno. Come altri suoi colleghi, si sarebbe trovato sotto il crollo improvviso del sostegno.
Perché chi si è salvato (tre operai rumeni giunti all’ospedale di Careggi in condizioni non disperate) si trovava nel punto più alto di quell’angolo del grande parallelepipedo in costruzione.
I tre superstiti stavano facendo la ’gettata’, come si dice nei cantieri. E cioè stendendo il cemento fresco sul solaio.
La trave, posta a un piano inferiore rispetto a quello dei lavori, è caduta. Potrebbe essere slittata, scivolata fuori dalla sua sede. Oppure aver collassato, o, come pare a occhio nudo, potrebbe aver ceduto un ’dente’ su cui era poggiata: nel punto in cui la trave si è staccata dalla parete, il suo supporto è sbriciolato. Potrebbero non aver retto a un peso mal calcolato.
Ma per capire con granitica certezza le cause, almeno in questo momento in cui l’inchiesta della procura è soltanto all’inizio – omicidio colposo plurimo e crollo colposo, le ipotesi di reato –, servirà ancora del tempo, e probabilmente molte consulenze. Intanto il cantiere è stato posto sotto sequestro. Ieri sera, è stato subito sentito in procura il direttore dei lavori.
E’ stata una giornata lunghissima pure per gli inquirenti. Il pubblico ministero Francesco Sottosanti è stato tra i primi ad arrivare. Un sopralluogo l’ha fatto anche il procuratore generale Ettore Squillace Greco. Nel pomeriggio, è rientrato a Firenze il procuratore capo Filippo Spiezia, che si è trattenuto nel cantiere per oltre due ore. Ha osservato le faticose ricerche dei dispersi. Due corpi dei quattro che mancano all’appello, sono stati avvistati, anche se non ancora estratti.
Di due persone, che risultano sulle liste degli operai, invece neanche i cani hanno fiutato tracce. C’è il rischio che il cemento se li sia divorati, solidificandosi intorno a loro.
Poi c’è da muoversi nella giungla dei subappalti. Tra le trenta complessive che con , sono almeno due le ditte che stava operando nel cantiere Esselunga al momento della tragedia. Lavori affidati da La Villata spa alla Aep srl (Attività Edilizie Pavesi) di Pieve del Cairo.
La Cgil denuncia: "Le vittime sono lavoratori a cui veniva applicato il contratto di metalmeccanici ma che stavano svolgendo lavori edili – dichiara il segretario Fiom Daniele Calosi –. Quindi se fossimo davanti a questa cosa ci troveremmo di fronte al fatto che si utilizza un contratto che ha un costo minore per garantire poi dopo la possibilità a chi prende il subappalto di risparmiare. Queste sono verifiche che sono in corso d’opera, io credo che questa cosa sia di una gravità inaudita in una Firenze troppo spesso assopita da altre vicende mentre invece nel mondo reale si muore di lavoro sul lavoro".