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Crollo al matrimonio, il parroco: “Perché proprio a loro? Me lo chiedo anche io”

Don Stefano Mantelli, sacerdote di San Bartolomeo in Tuto (Scandicci), ha incontrato i feriti ancora ricoverati negli ospedali

Scandicci (Firenze), 14 gennaio 2024 – “Siamo tutti molto dispiaciuti per questo evento drammatico che ci ha coinvolti come realtà, come parrocchia”. Il matrimonio, la gioia, i balli e poi il crollo improvviso del solaio. Il giorno più bello che rischia di trasformarsi in tragedia al convento di Giaccherino a Pistoia. Don Stefano Mantelli, parroco di San Bartolomeo in Tuto (Scandicci), conosce bene molti dei partecipanti alle nozze di sabato 13 gennaio e non sa spiegarsi come sia potuta accadere una cosa del genere.

È stato lo sposo il primo a chiedersi sabato sera, dalla stanza di ospedale dove è stato ricoverato con la moglie: “Perché proprio a noi?”. Una domanda, che in preda alle emozioni e alla preoccupazione del momento, non trova, né può trovare risposta. Saranno le indagini e tutti gli accertamenti delle autorità, a fornirla, compresa  anche quella sulle responsabilità. 

Una domanda che, però, anche Don Stefano si è posto. All’indomani dell’incidente, ha fatto il giro di vari ospedali per incontrare le persone coinvolte nel crollo, portando ai “giovani della parrocchia, a cui voglio molto bene” conforto, ascolto e anche il saluto del vescovo, che dice, “mi ha telefonato chiedendomi di portare a tutti loro la sua preghiera”.

Sul perché dell’accaduto, con un sorriso il sacerdote ammette: “Non ho la risposta a questo interrogativo, che io stesso mi sono posto, ma se ora non sentiamo Dio padre, non capiamo il perché, però c’è Maria. Che è immagine della Chiesa e questo mi dà speranza e consolazione”.

Ha parlato coi feriti, ma anche “a coloro che hanno un trauma psicologico”, cercando di star loro vicino. “Non siamo specialisti ma ho chiesto anche la possibilità di averne qui in parrocchia”, aggiunge. “L’unica speranza e consolazione che abbiamo, nonostante il giorno che è stato” è affidarci al fatto che il nostro Dio ha tirato fuori dalla morte la vita”.

Don Stefano ai giornalisti spiega che non aveva raggiunto gli sposi e i familiari al ristorante dopo il matrimonio “perché il sabato abbiamo le celebrazioni e gli incontri”, e di aver appreso il fatto dai giornali, dalla televisione e dalle persone che frequentano la parrocchia, molte dei quali erano alle nozze.

Infine sulla ragazza ricoverata a Prato risponde cauto: “È forte. Le voglio bene, ho avuto modo di pregare con lei. Ancora non sappiamo niente, devono fare gli accertamenti, non ho parlato coi medici ma mi hanno fatto entrare direttamente (nella sua stanza). All’inizio non mi aveva riconosciuto, le ho detto ‘Sono don Stefano’ e mi ha fatto un bel sorriso quindi ho capito che è forte, sta combattendo”.