Firenze, 6 aprile 2024 – Dirigenti e tecnici della Rdb Italprefabbricati sono stati ascoltati ieri dai pm Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone, titolari dell’inchiesta sulla strage di via Mariti del 16 febbraio scorso, dove cinque operai hanno perso la vita dopo il crollo della maxi trave. Riflettori accesi quindi sul colosso con tre sedi sparse da nord a sud del Paese che ha prodotto i prefabbricati di cui si compone lo “scheletro“ del supermercato Esselunga in costruzione nel quartiere di Ponte di Mezzo. Convocato in procura come persona informata sui fatti, e ascoltato per alcune ore, anche l’amministratore delegato della società, Alfonso D’Eugenio.
Con lui erano presenti anche un tecnico della stessa azienda che si occupa della fase dell’assemblaggio, e un ingegnere, collaboratore esterno della ditta, che ha lavorato al progetto. Dallo stabilimento di Alseno (Piacenza) della Rdb Italprefabbricati è uscita la trave e i relativi sostegni su cui si stanno concentrando le indagini. Compresa la mensola, o dente, che ha ceduto.
Durante il colloquio di ieri si è cercato di far luce sulle procedure di costruzione di un elemento prefabbricato di dimensioni mastodontiche come la trave ’incriminata’, analizzando le fasi di progettazione che si sono susseguite nello stabilimento piacentino e la qualità dei materiali. Focus anche sulle squadre di ingegneri e tecnici che hanno ’partorito’ il prefabbricato poi montato nel cantiere.
Intanto, continua senza sosta il lavoro degli inquirenti, che negli ultimi giorni hanno sentito diversi testimoni per riuscire a tirare le fila dell’inchiesta e arrivare all’iscrizione dei primi nomi degli indagati. Le ipotesi di reato per le quali si procede sono omicidio plurimo e crollo.
Sentiti anche manager dell’Esselunga, responsabili e operai delle ditte impegnate nei lavori, le cui testimonianze si vanno ad aggiungere alle tante acquisizioni di documenti (anche dell’Esselunga) fatte in queste settimane per riuscire a ricostruire la catene delle responsabilità. Pochi giorni fa, inoltre, il consulente della procura ha fatto un sopralluogo nell’area del crollo per studiare da vicino le conseguenze del disastro e valutare l’eventuale presenza di macroscopiche anomalie.
Nel cantiere di via Mariti, in quel tragico domino di cedimenti, hanno perso la vita l’addetto alla betoniera Luigi Coclite, 59 anni, e i carpentieri marocchini Taoufik Haidar, 43 anni, Bouzekri Rahimi, 56, Mohamed El Ferhane, 24, e il tunisino Mohamed Toukabri, 54 anni.