REDAZIONE FIRENZE

Cucciolo di volpe ucciso: due fratelli patteggiano

Venne chiuso in una gabbia per attirare coi suoi lamenti la madre predatrice di galline. Morì dopo la liberazione

Fecero morire un cucciolo di volpe utilizzato come esca per uccidere la madre perché predava le galline. Due fratelli fiorentini, uno cacciatore, condannati a quattro mesi di reclusione e 1000 di multa ciascuno. Lo ha deciso il giudice aderendo a una richiesta di patteggiamento avanzata dall’imputato con il consenso del pm. Da qui la pena ridotta a fronte di quanto invocato da Lav assistita dall’avvocato Melis intervenuta nel procedimento contro cacciatore e fratello, con richiesta del "massimo della pena per l’ignobile atto compiuto, un crimine efferato" spiega Massimo Vitturi, il responsabile Lav-Animali Selvatici.

"Lav soddisfatti per la rapida definizione del caso, ma la pena è troppo lieve per avere una effetto deterrente. Chiediamo pene sempre più efficaci per chi si macchia di atti così crudeli" si legge ancora nella nota Lav.

Nel luglio 2021 i due fratelli organizzarono una ’spedizione punitiva’ contro la femmina di volpe per catturarla e ucciderla. Per attirarla chiusero un suo cucciolo in una gabbia metallica, utilizzandolo come esca: i suoi disperati richiami d’aiuto avrebbero costretto la madre ad uscire allo scoperto. Trappola scoperta dagli agenti della Polizia di città Metropolitana attirati dai lamenti del cucciolo, morto poco dopo essere stato liberato. Non aveva più i denti, distrutti nel tentativo di uscire dalla gabbia.

g.sp.