di Ilaria Ulivelli
Rappresentano un tassello importante del futuro della sanità. Ma l’inizio non è dei migliori. Gli ospedali di comunità, così si chiameranno in base alla nuova organizzazione sanitaria dettata dagli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza che ne prevede la realizzazione. Si tratta di strutture che garantiscono posti letto di cure intermedie, una cerniera indispensabile fra l’ospedale per pazienti in fase acuta e la cura domiciliare. Fondamentale per evitare che i malati che non possono essere trattati a casa non finiscano in ospedale.
Qual è il problema? Che l’Asl Toscana centro, per l’estate, chiuderà le strutture che erano state allestite per accogliere i pazienti Covid in uscita dall’ospedale, oppure con manifestazioni meno gravi della malattia. Ora che i malati Covid che hanno bisogno di ospedalizzazione stanno diminuendo, l’Asl ritiene che di queste strutture non ci sia più necessità.
Sul tema si è aperta una dialettica accesa tra la Cgil e la direzione generale dell’Asl. "Il primo giugno chiudono i posti letto di cure intermedie della Asl, una decisione presa a causa dell’opprimente blocco delle assunzioni di tutto il personale del sistema sanitario regionale, che costringe l’azienda a chiudere i servizi per recuperare il personale per garantire ai lavoratori il diritto alle ferie", scrive il sindacalista Simone Baldacci. L’azieda replica con un comunicato dalla direzione generale guidata da Paolo Morello, in cui si manifesta "sorpresa" per la posizione presa dala Cgil. "Sia i posti letto per acuti, sia quelli per le cure intermedie dedicati a pazienti Covid sono stati notevolmente ridotti: le risorse professionali così liberate stanno supportando il piano ferie e l’incremento dell’attività chirurgica per l’abbattimento delle liste di attesa", dice l’Asl. Spiegando anche che non ci saranno riduzioni nel numero di posti letto in rea medica rispetto al 2021, mentre cresceranno di 42 unità quelli destinati alla chirurgia.
Ma le cure intermedie? Non ne hanno bisogno solo i paizenti Covid. Anzi. Era il 2017 quando la Toscana in base ai dati Agenas fu declassata dalla testa della classifica al quinto posto per i livelli essenziali di assistenza. Le motivazioni? Mancavano posti letto di cure intermedie e hospice. L’allora governatore Enrico Rossi chiese che venissero creati duemila posti letto di cure intermedie, subito. Ma non arrivarono. Con il Covid qualcosa si è mosso. E a fine mese saranno pronti anche i 24 posti dell’ospedale di comunità di Camerata. Apriranno? Manca personale. Si fa a scaricabarile. Un po’ tra le assunzioni col contagocce concesse dalla Regione, i parametri di spesa da non sforare imposti dal governo e i medici che non si trovano. Ma i letti di cure intermedie resteranno davvero chiusi? se è così si tratta di un drammatico prologo che mostra cosa potrà accadere se con i soldi del Pnrr si riuscirà a realizzare tutte le strutture previste senza investire sul capitale umano.