
L’ingresso della farmacia
Borgo San Lorenzo senza ufficio postale, Campomigliaio senza farmaci. E tante aziende, che operano nella zona produttiva di San Piero a Sieve, e in quella di Campomigliaio, invase dal fango, con il blocco delle attività e danni notevoli. Tutti effetti dell’alluvione di venerdì scorso.
Iniziamo da Poste Italiane, che a Borgo San Lorenzo ha l’ufficio più grande del Mugello. Fatto costruire, negli anni ’90 , vicino al torrente Le Cale, con scelta urbanistica comunale sicuramente infelice, non è la prima volta che va sott’acqua. Stavolta ha fatto il pieno con i seminterrati trasformati in piscine, e un metro e mezzo di acqua. Da domenica la Protezione Civile ha azionato le idrovore per prelevare i molti metri cubi di acqua. E poiché il livello ha raggiunto anche il quadro elettrico, non sono mancati i danni all’impianto col risultato di dover chiudere l’ufficio postale, fino a quando non saranno effettuate le riparazioni.
"Sul posto – spiega Lorenzo Morini, della Protezione civile dell’Unione dei Comuni del Mugello – stanno lavorando la colonna mobile della Regione Liguria, arrivata in appoggio per l’emergenza, la Vab Mugello, le Misericordie di Barberino e Firenzuola, oltre al personale dell’Unione, per un totale di 10-15 operatori".
Per la farmacia comunale di Campomigliaio, aperta soltanto alcuni mesi fa da Farmapiana, è stato un disastro. Invasa da acqua e fango, in pochi minuti sono andati distrutti farmaci e attrezzature, per un danno di centinaia di migliaia di euro. Per ripulire tutto e riallestire la farmacia occorrerà qualche settimana.
Cercano di ripartire, più velocemente possibile, le numerose aziende che hanno i capannoni nei pressi del parco Berti a San Piero – un’area produttiva molto, forse troppo vicina al fiume -, e nella zona artigianale di Campomigliaio. Ma ancora c’è da superare l’amarezza e la paura.
Silverio Checchi è un artigiano, restaura mobili e vende oggettistica nei mercati d’antiquariato. E l’alluvione l’ha vissuta in prima persona: "Avevo visto che la situazione stava peggiorando, e mi sono recato al capannone, per mettere più in alto il materiale. D’improvviso ecco l’acqua, alta un metro irrompere. Son riuscito a salire su un soppalco e ho visto in diretta la catastrofe, con l’acqua che buttava giù gli oggetti dagli scaffali".
Ora si deve ripartire, ma non è facile: "Sono come spossato, la notte non dormo, veder anni di lavoro buttati via in un attimo fa male".
Nicola Di RenzonePaolo Guidotti