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Da Guccini a Mollica. Tutti pazzi per i pomodori vip

Spopolano in città i 500 barattoli prodotti ogni anno dall’ex politico Alessio Bandinu

Da Guccini a Mollica. Tutti pazzi per i pomodori vip

I suoi pomodori sott’olio sono diventati negli anni un po’ uno status symbol di una ristretta cerchia di fiorentini. A rendere ancora più preziosi i barattoli il fatto che ogni anno ne vengono prodotti solo 500. E ogni anno, come da tradizione, si innesca una sorta di corsa ad accaparrarseli.

Ad Alessio Bandinu, che per anni è stato il vice presidente del Quartiere 5, uno dei più popolosi di Firenze, Fabio Picchi, il patron del Cibréo venuto a mancare due anni fa, dopo averli assaggiati ha messo in vendita un prodotto simile dedicandogli il nome ’Antipastino di pomodori secchi alla Bandinu’.

"Buoni – sorride – ma i miei sono tutta un’altra cosa". Una storia quella di Bandinu che comincia 15 anni fa.

Sardo di origine ma fiorentino di adozione, racconta le tappe che hanno segnato la sua storia personale a quella delle sue prelibatezze: "Una mia amica calabrese mi ha portato una volta i suoi pomodori, con peperoncino e prezzemolo, per farmeli assaggiare. Dentro di me ho pensato: sono buoni ma potrebbero essere arricchiti".

E così che giorno dopo giorno Bandinu ha cominciato ad assaggiare e sperimentare vari accostamenti fino ad arrivare alla versione che sta spopolando tra chef stellati, politici e vip. I suoi pomodorini oltre ad essere finiti negli scaffali del sindaco di Firenze Dario Nardella, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ma anche della vicesindaca Alessia Bettini e dell’ex assessore di Palazzo Vecchio Massimo Mattei, sono entrati a pieno titolo nella cucina del cantautore Francesco Guccini e dell’attore e regista Leonardo Pieraccioni. Tra gli estimatori anche tanti chef come Vito Mollica o Paolo Gori ma anche tanti giornalisti di settore.

"Ho cominciato a produrne una cinquantina per amici, ora mi sono attestato sui 500 pezzi. Sono richiestissimi, accontentare tutti è impossibile".

I pomodorini alla Bandinu, preparati con finocchietto selvatico, cipolla di Tropea, aglio, prezzemolo, capperi ma anche basilico, origano, peperoncino, sedano, gambo del carciofo sardo, semi di finocchio, cavolfiore e una foglia d’alloro sul fondo, sono diventati una specie di cult in città. E di anno in anno, ormai da 15, c’è una sorta di gara ad accaparrarseli e a entrare nella ristretta cerchia dei 500 fortunati.

Il segreto? "Io li scelgo uno a uno, scarto i pomodori salati e uso solo quelli dolci. Una volta selezionati li taglio a metà e li controllo a uno a uno. L’ingrediente vincente su tutti è il finocchietto selvatico che prendo quando vado in montagna" svela.

"Sulla scia del consenso generale – riprende -, alcuni anni fa mi sono detto voglio farli assaggiare a Fabio Picchi, una pagina di storia della cucina fiorentina. Glieli ho lasciati e il giorno dopo mi ha richiamato dicendomi "Ma tu sei uno str..., era un modo per dirmi che gli erano piaciuti tantissimo. Mi ha chiesto la ricetta e dopo un po’ li ho trovati in vendita, in una versione simile, con il mio nome".

Rossella Conte