TERESA SCARCELLA
Cronaca

Da Roma a Firenze l’addio al Papa: "Sempre dalla parte degli ultimi". Centinaia di fedeli in San Lorenzo

L’ultimo saluto al pontefice dell’arcivescovo Gambelli. Anche Funaro e Giani in piazza San Pietro. Duecento si sono radunati davanti al maxischermo installato nella basilica per seguire il funerale.

Più di duecento i fedeli nella basilica di San Lorenzo per seguire i funerali al maxischermo

Più di duecento i fedeli nella basilica di San Lorenzo per seguire i funerali al maxischermo

Da Roma a Firenze. In presenza o in diretta streaming, con o senza uno schermo a fare da filtro, in migliaia ieri avevano gli occhi commossi puntati sul feretro di Papa Francesco. Da Firenze a Roma. Tra i 250mila fedeli di piazza San Pietro, c’erano anche i rappresentanti della società fiorentina, religiosa e laica. "È stato un momento molto emozionante - sono le parole dell’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli subito dopo i funerali - . A tutti noi, nel custodire la sua memoria, spetta un impegno concreto per la pace. Ho avuto un pò l’impressione che quella di oggi (ieri per chi legge ndr) fosse quasi una prova generale per un Concilio". Sull’eredità umana e morale, l’uomo di Chiesa si sofferma in particolar modo: "Mi hanno colpito le parole dell’omelia del cardinale Giovanni Battista Re, che ha sottolineato come la misericordia sia stata al centro del Magistero di Papa Francesco - continua Gambelli - Il suo essersi speso per il dialogo interreligioso. Le parole del Papa per invocare la pace sono state sempre molto forti: diceva che la guerra lascia sempre il mondo peggiore rispetto a prima, che è sempre una sconfitta".

Parole che sono state ricordate ieri nell’omelia, di fronte alle teste basse dei potenti della Terra. La politica sobria e silenziosa, ha condiviso spazio e tempo. C’era "il mondo in Piazza San Pietro per l’ultimo saluto a Papa Francesco, un Papa che ha segnato la storia dell’umanità con la sua ispirazione e il suo sentimento verso la pace, non risparmiandosi in nessuna iniziativa, che riguardasse Gaza o l’Ucraina - è il ricordo del governatore Eugenio Giani, anche lui nella capitale -. L’uomo sempre vicino agli ultimi, attento a ogni espressione e gesto di solidarietà di aperta vicinanza alle persone fragili, bisognose, alle persone in qualche modo emarginate che lui rimetteva al centro della Chiesa e dell’azione civile, laddove trovava orecchie in grado di ascoltare".

"È stato toccante essere parte di quella piazza unita dal silenzio, dall’affetto e dalla riconoscenza verso un uomo che ha saputo parlare al mondo intero con umanità e profondo senso di giustizia - racconta la sindaca Sara Funaro - Negli anni del suo pontificato ha più volte manifestato una grande vicinanza per Firenze, rafforzata grazie a due figure straordinarie: Giorgio La Pira e Don Lorenzo Milani. Entrambi testimoni di una fede radicata nella giustizia sociale e nella promozione della dignità umana". Accanto a lei, anche l’ex sindaco nonché europarlamentare Dario Nardella: "Siamo tutti chiamati a tradurre in impegno personale il richiamo costante del Santo Padre a costruire ponti e non muri".

Da Roma a Firenze. Le immagini del feretro semplice, senza fronzoli, all’ombra del cupolone, sono state proiettate in diretta nella basilica di San Lorenzo a Firenze. Porte chiuse alle visite, almeno per la mattinata. Si entrava solo per un motivo, ovvero i funerali di Papa Francesco. Un maxi schermo posizionato ai piedi dell’altare, tra i due pulpiti bronzei di Donatello, per due ore ha rubato la scena alle bellezze artistiche intorno, concentrando su di sé l’attenzione e gli sguardi di oltre duecento fedeli. Fiorentini e turisti da tutto il mondo e di tutta l’età. Si sono dati appuntamento alle 9.30 per assistere, seppur a distanza, al momento triste e storico che era la celebrazione dei funerali di Bergoglio. "Siamo argentini - dice una coppia seduta nelle prime file -. Siamo qui in vacanza, ma non potevamo mancare". Un sentimento condiviso da tutti i presenti, ovvero la voglia di esserci, seppur a distanza, con la testa e il cuore. Qual è per loro il più grande insegnamento di Bergoglio? L’umiltà. "Chi sono io per giudicare?" è a quanto pare la frase che più di tutte è rimasta impressa. Rivoluzionaria nella sua semplicità.

Teresa Scarcella