ELETTRA GULLÈ
Cronaca

Da Vinci, sciopero e rabbia: "Il cantiere deve chiudere quando facciamo lezione"

La protesta degli studenti del liceo dopo la scoperta di una crepa nell’istituto "Non sentiamo i docenti per i rumori. Evacuazione, non tutto ha funzionato".

Da Vinci, sciopero e rabbia: "Il cantiere deve chiudere quando facciamo lezione"

La protesta degli studenti del liceo dopo la scoperta di una crepa nell’istituto "Non sentiamo i docenti per i rumori. Evacuazione, non tutto ha funzionato".

Sciopero per chiedere più sicurezza e meno rumore. Ieri mattina la stragrande maggioranza degli studenti del liceo scientifico Leonardo Da Vinci non è entrata in classe. "No ai lavori durante l’orario scolastico. Noi teniamo alla nostra sicurezza. E voi?": questo il messaggio scritto sullo striscione appeso proprio all’ingresso del liceo, che venerdì scorso è stato evacuato in seguito alla comparsa di alcune crepe in corrispondenza del cantiere allestito per l’adeguamento sismico. "Abbiamo deciso di non entrare per chiedere che i lavori, così impattanti e rumorosi, non avvengano più durante le lezioni", dicono i ragazzi del collettivo del Maggio, caschetti in testa per indicare che la priorità è la sicurezza. "La protesta non è contro la dirigente e il personale, che hanno fatto il possibile – aggiungono –. Contestiamo la generale condizione degli istituti pubblici. Quel che è successo qui non si dovrebbe nemmeno immaginare. Ci sono ragazzi ancora spaventati".

Dopo che le verifiche tecniche hanno certificato l’agibilità della sede, ieri la prima campanella è suonata alle 9,10. Ma le aule, appunto, sono rimaste deserte. "Non è accettabile che un cantiere così complesso vada avanti mentre a scuola ci sono 1200 persone – dice Rebecca Marini, studentessa del collettivo –. Vogliamo spiegazioni più chiare e, soprattutto, la certezza che quanto accaduto non si ripeterà. Studiare è un nostro diritto". I ragazzi puntano il dito contro gli eccessivi rumori: "Spesso la lezione deve esser sospesa perchè non sentiamo la prof".

Tende una mano ai propri alunni la dirigente Savino: "Non sempre la ditta ha rispettato le prescrizioni, che prevedono che durante l’orario didattico non vengano eseguite le lavorazioni più rumorose. Io stessa ho fatto presente più volte il problema". Oggi si svolgerà un consiglio d’istituto: tra le ipotesi pare ci sia anche quella di fare i lavori solo nel pomeriggio.

C’è poi il nodo evacuazione. Il liceo ha fin da subito assicurato che si è svolto tutto in "modo ordinato e sicuro". Ma non tutti gli alunni concordano: "La nostra classe – racconta Noemi Pusi – è al terzo piano. Non abbiamo sentito nulla e il nostro docente non ha riconosciuto l’allarme, molto simile alla campanella. Pensava si trattasse della prova di evacuazione prevista proprio per quel giorno. Siamo usciti passando internamente, in circa 5 minuti. Ci siamo dovuti fermare in cima alle scale per attendere il nostro turno". Dario Spatocco scuote la testa: "Mi pare incredibile che quasi tutti siamo usciti dalla scuola senza usare le scale d’emergenza". Poi Alessandro Fambrini: "Va cambiata l’organizzazione del cantiere. Niente lavori con le lezioni".

Il caso del liceo è arrivato in consiglio comunale. Il presidente Cosimo Guccione, aprendo la seduta di ieri, ha invitato a misurare le parole per non alimentare l’allarmismo. Scontro tra la presidente della commissione Istruzione Beatrice Barbieri (Pd) e Paolo Bambagioni (Lista Schmidt). Barbieri ha invitato il consigliere "a chiedere informazioni a chi sta eseguendo i lavori e non alla preside". La replica: "Doveroso chiarire".