
La musica siamo noi
La musica primitiva scaturisce dagli dei che ne sono anche gli strumenti, ancora oggi molti la considerano un’espressione spirituale. Se indaghiamo le cosmologie arcaiche, prima di essere figure e volti, gli dei furono un ritmo e una melodia, perché l’origine è sonora, una vibrazione. Questo è avvenuto in varie culture: in Cina, Australia, Asia Centrale, Africa e se ne ritrovano le tracce anche nella civiltà romana. La fisica quantistica sostiene che la materia è fatta di vibrazioni, se ne deduce che anche il nostro corpo lo è in relazione a tutto e a tutti. La natura, se ascoltiamo con attenzione, specialmente fuori dalle città, è un’armonia di suoni: dal frinire delle cicale, il cinguettare degli uccelli, al frusciare delle foglie mosse dal vento o dal tocco sommesso della pioggia che cade... allo stesso modo gli astri nel cielo. Noi con il nostro corpo siamo in relazione a tutte queste vibrazioni sonore anche se non ce ne accorgiamo.
Per educare alla musica si deve mettersi in relazione con gli aspetti della personalità dell’uomo e non solo nell’ambito estetico. La didattica ha bisogno di fare riferimento a discipline correlate come neurofisiologia, psicologia, sociologia, filosofia, storia, letteratura, pedagogia, matematica e scienze. Quindi è necessario un insegnamento sempre vivo ed efficace. Il docente di musica ha il ruolo di porsi in modo empatico coi ragazzi, scoprirne qualità nascoste, aiutare chi ha meno disposizione e valorizzare chi ne ha di più. E’ un lavoro che richiede passione e sintonia nella relazione tra i due soggetti.