Firenze, 11 dicembre 2024 – Apparentemente una normale giornata di lavoro. Un martedì di dicembre in cui i pensieri vanno alle imminenti festività natalizie. Percorri la circonvallazione, il viale Allende, che da Campi va verso Calenzano e ti imbatti nell’automobilista che ha sempre fretta o nel corriere che sta cercando un indirizzo per la consegna di un pacco. Ma basta svoltare prima in via Le Prata e subito dopo in via Erbosa per rendersi conto che l’inferno e la normalità, non solo lunedì mattina, ma anche nelle ore successive, sono stati divisi da poche centinaia di metri. Da una linea invisibile, praticamente nella stessa area che un anno fa ha dovuto fare i conti con la furia dell’acqua. In via Erbosa, la strada che conduce al deposito dell’Eni, ci sono diverse ditte e qualche abitazione. Una quindicina - ma il numero, parlando con l’amministrazione comunale, potrebbe essere provvisorio - le aziende che hanno subito danni. Tre le famiglie che invece stanno aspettando l’agibilità delle rispettive abitazioni da parte dei Vigili del fuoco. Intorno un tappeto di vetri rotti e un mosaico di finestre di cui è rimasto solo lo ‘scheletro’. Per aziende e cittadini che hanno subito danni il Comune di Calenzano ha attivato la casella email richieste.eni comune.calenzano.fi.it a cui inviare un primo contatto, per essere poi reindirizzati a Eni. Successivamente, nella richiesta danni ad Eni, “sarà necessario distinguere - precisa il Comune - tra danni limitati a finestre e infissi, per i quali si richiede di inviare foto, dati del richiedente e preventivo di spesa per la riparazione, e danni di natura rilevante, per i quali è necessaria anche una perizia da parte di un tecnico”.
Lorenzo Pettineo è il titolare della Svif Sas, azienda specializzata nella verniciatura contigua al deposito Eni e il suo racconto riporta ai drammatici momenti di lunedì: “Le vetrate sono letteralmente esplose, ma anche le luci e il cartongesso sono venuti giù”. Spera in un paio di giorni “di essere di nuovo operativo”. Sei le persone che lavorano nell’azienda, fortunatamente nessuna di loro è rimasta ferita: “C’è chi ha pensato addirittura a un attentato quando ha sentito il ‘botto’, sembrava di essere in un film di guerra”. Poi il capitolo sicurezza: “Fino a lunedì non c’era mai stato nessun problema, adesso è un po’ più difficile sentirsi sicuri”. Lo stesso vale all’interno della Pharmactive (insieme alla Sergio Brogi e figli, una cinquantina di dipendenti), con sede in via Le Prata, che ha registrato danni all’interno degli uffici, con i vetri rotti, la caduta dell’intonaco e di alcune pareti in cartongesso.
“La porta antipanico del magazzino – raccontano – è come se fosse ‘saltata in aria’, il contraccolpo dell’onda d’urto l’ha quasi spostata”. All’Outlet ‘Fili di lana’ raccontano: “Siamo scappati tutti – dice Francesca Vannini –, si è rotta la porta di un magazzino e i vetri alle finestre degli uffici sono ‘saltati in aria’. Ma per fortuna nessuno dei dipendenti, otto persone, ha riportato ferite ed è la cosa più importante”. E poi c’è Rosa, 62 anni, che dalla strada osserva le finestre senza vetri della sua casa in via Erbosa dove vive con il resto della famiglia, in tutto cinque persone. Non nasconde la paura di quello che ha vissuto, ma non si sposta da lì. Aspetta immobile che i Vigili del fuoco le dicano se può rientrare: “La notte fra lunedì e martedì siamo stati da amici, ma adesso vogliamo tornare nella nostra casa”.