CHIARA CASELLI
Cronaca

Dave Monaco, gioventù senza limiti: "Sarà un Barbiere di Siviglia scoppiettante e ricco di emozioni"

Il tenore siciliano è uno degli emergenti nel panorama nazionale: "Qui a Firenze mi sento a casa. Nella Cavea si gode di una vista splendida. Questa città nel tempo mi ha dato tante opportunità".

Dave Monaco, gioventù senza limiti: "Sarà un Barbiere di Siviglia scoppiettante e ricco di emozioni"

"Siamo una bella squadra" esordisce il tenore siciliano Dave Monaco, mentre si accinge ad interpretare il Conte d’Almaviva nel Barbiere rossiniano. È uno dei più interessanti tenori emergenti nel panorama italiano ma prima di spiccare il volo si è fatto le ossa nell’Accademia del teatro fiorentino.

Che aria tira nella Cavea del Maggio?

"Una vista splendida e un venticello che rinfranca l’umore. Uno spazio meraviglioso finalmente valorizzato come si deve. Questo Barbiere scoppiettante sarà un punto di partenza per una serie di incontri estivi interessantissimi. Ne vale la pena: l’acustica è stupenda. La regia di Damiano Michieletto creata per il Teatro Romano di Fiesole compie vent’anni e torna all’aperto conservando la freschezza del debutto. Andrea Bernard l’ha plasmata per adattarla al nuovo contesto".

Emozionato?

"Affezionato, direi. Io il Maggio Fiorentino me lo porto nel cuore. Sono nato a Brescia e vivo a Bologna. Il mio sangue è siciliano ma la mia città natale dal punto di vista artistico è Firenze, che mi ha dato tante opportunità. Ad esempio quella di debuttare come Nemorino nell’Elisir d’amore nel 2019 mentre frequentavo l’Accademia del Maggio".

Una gran voce, ma la lirica non è stata il punto di partenza.

"Vero. Sono partito dalla musica pop, poi un giorno la mia insegnante, Giovanna Collica, mi ha messo davanti La donna è mobile. Mi sono detto: che roba è questa? Ma poi ci ho preso gusto. Ho anche partecipato a Sanremo giovani nel 2019 ma poi ho preferito mettermi a studiare sul serio ed ho avuto la fortuna di incontrare grandi maestri, come Leone Magiera, che ha il pregio di comunicare concetti difficilissimi con semplicità ed immediatezza, e come Gianni Tangucci, che possiede una rara lungimiranza nello scoprire i talenti e ha il coraggio di scommettere su di loro. È il mio punto di riferimento".

Cosa consiglierebbe ai suoi coetanei per avvicinarli all’opera?

"Comincerei con opere brevi: Cavalleria Rusticana, Gianni Schicchi, oppure proprio il Barbiere. Titoli che dicono tutto subito e che riescono a creare un aggancio. Ma bisogna partire dal presupposto che a teatro si va per provare un’avventura unica, mollare il telefono e vivere un’esperienza a 360 gradi. Musicisti, cantanti, tecnici sono lì per te perché vogliono darti un’emozione estemporanea, non preconfezionata, dunque viva, quasi religiosa. Nel mondo dei social e dell’intelligenza artificiale il teatro è una cosa autentica e trasgressiva".

Il suo sogno?

"Mi piacerebbe portare in teatro le melodie di Lucio Dalla, Battiato, De André. Oggi il mercato musicale va da tutt’altra parte".

Una canzone per tutte?

"Futura di Lucio Dalla".