di Giovanni Ballerini
Tra i suoi estimatori annovera grandi direttori d’orchestra come Daniel Barenboim, Riccardo Chailly e Zubin Mehta, che nel 2014 diresse anche la Israel Philharmonic Orchestra durante registrazioni dell’album "Timeless Brahms & Bruch Violin Concertos", pubblicato da Decca. L’atteggiamento creativo, la caratteristica brillantezza performativa, ma soprattutto l’approccio crossover e fuori dagli schemi del violinista David Garrett mette d’accordo ogni tipo di pubblico. Lo farà anche con questo nuovo progetto internazionale, l’Iconic Tour, che in Italia prende il via con l’atteso concerto in programma stasera alle 21,15 in piazza Santissima Annunziata, in occasione della IV edizione del festival MusArt di Firenze. La tournée mette in evidenza i brani di "Iconic", l’album pubblicato da Deutsche Grammophon a fine 2022 e vede alla ribalta il trio formato da David Garrett al violino, Franck van der Heijden alla chitarra e Rogier van Wegberg al basso. Iconic sia l’abum che il tour prendono spunto dal fervore con cui leggendari violinisti hanno realizzato gemme creative e appassionate melodie, che hanno entusiasmato Garrett sin da bambino. Stiamo parlando delle melodie di Bach, Dvorák, Gluck, Kreisler, Mendelssohn, Schumann, che insieme ad altre vengono riproposte anche a Firenze con nuovi arrangiamenti per violino, chitarra e orchestra realizzati da Franck van der Heijden e David Garrett. "Sfortunatamente, molte splendide opere dei tempi dei grandi virtuosi sono cadute nell’oblio - afferma David Garrett -. Ecco perché avere l’opportunità di riportare in vita questi magnifici pezzi significa davvero molto per me".
Il musicista nato ad Aquisgrana nell’80 ha insomma idea di evocare con questa nuova performance in trio l’epoca d’oro dei virtuosi del violino, quando artisti come Zino Francescatti, Arthur Grumiaux, Jascha Heifetz, Fritz Kreisler e Yehudi Menuhin deliziavano il pubblico con celebri encore e altre rarità. Una nuova scommessa per questa star del violino che da sempre ha l’ardire di esaltarsi in generi e stili molto diversi fra loro, che David Christian Bongartz (in arte David Garrett, prendendo in prestito il cognome della madre) interpreta (e mischia alacremente) in ogni concerto, traendo il massimo dal suo Stradivari e dal suo Guadagnini che gli consentono innumerevoli virtuosismi da condividere con eleganza e nonchalance con la platea.