De Maria, solista inquieto: "La musica mi ha scelto"

Pianismo di qualità, tecnica e amore lo porteranno domani sul palco del Maggio "L’originalità? Non si raggiunge con l’estro e basta. Sarà bello suonare con Gatti".

De Maria, solista inquieto: "La musica mi ha scelto"

De Maria, solista inquieto: "La musica mi ha scelto"

FIRENZE

Un pianoforte a coda in casa di amici e un bambino di cinque anni con l’argento vivo addosso che affonda le dita sui tasti bianchi e neri, folgorato dal marchingegno sonoro. Insiste, ma no, è l’ora di finirla, lo strumento potrebbe rovinarsi. Sulla tastiera il coperchio viene serrato a chiave ed il bimbo scoppia in un pianto dirotto e disperato. Un approccio con la musica tutt’altro che tranquillo, quello di Pietro De Maria, uno dei più importanti pianisti italiani nel mondo.

Veneziano di origine, pratese di adozione, De Maria è solista nel Concerto n.4 per pianoforte e orchestra op. 58 di Beethoven, con Daniele Gatti sul podio, domani e sabato 14 ottobre alle 20 nella Sala Mehta del Teatro del Maggio, per il terzo concerto del ciclo ‘Beethoven, Honegger e l’Europa’. In programma anche il Concertino pastorale di John Ireland e la Sinfonia n.3 ‘Liturgique’ di Honegger.

"È la musica che mi ha scelto – racconta – in qualche modo ho sempre saputo che avrei fatto questo mestiere. Spesso oggi i giovani che bruciano le tappe sono figli d’arte. Io no. In casa mia c’erano tanti dischi ma non un pianoforte. A sei anni una pianola, a sette le prime lezioni. Da piccolo ero fin troppo vivace, ogni istante partiva un treno e ci ho messo un po’ a convincere i miei che facevo sul serio. Ma da quel momento ho cominciato a calmarmi, anche se l’irrequietezza interiore e la curiosità sono rimaste. Sono convinto che la musica sia fondamentale nella formazione culturale di un essere umano, già lo scriveva Platone, ed oggi la scuola ne è carente. La musica dà disciplina, esige autocontrollo, richiede coordinazione nei movimenti, attiva specifiche aree del cervello. Per questo bisognerebbe introdurla dal primo approccio scolastico". De Maria si è formato a Ginevra con Maria Tipo: "Severa e rigorosa ma generosissima e piena di passione. A Ginevra c’erano anche Martha Argerich e Nikita Magaloff. Quando qualche anno fa un produttore mi propose, come aveva fatto Magaloff, di incidere l’opera omnia di Chopin credevo che scherzasse, ma era vero. Ed è stato bello in quell’occasione riallacciarmi a uno dei miei mentori". In questi giorni De Maria alterna Bach a Beethoven, le Variazioni Goldberg e il Quarto Concerto: "Sono impegnato con il sol maggiore. Certo non è semplice trovare una cifra originale per certi capolavori, ma mi rendo conto che il nuovo consiste nel sapere leggere quello che è scritto. L’originalità non si raggiunge né con l’estro né con doti innate ma nel rispetto del testo. Sono contentissimo di suonare con Gatti".

Chiara Caselli