Firenze, 7 settembre 2015 - C’era una volta l’Arno. Prima che le alghe ne facessero un fiume del colore verde. "La cosa più triste è che questo spettacolo si ripete puntuale tutte le estati – spiega Roberto Vaggi che lavora sul Ponte Vecchio da cinquant’anni –. E sono stanco di trovarmi puntualmente davanti allo stesso degradante scenario. Se l’Arno ha un aspetto così disgustoso, è grazie ai nostri amministratori, che raramente mandano operai a tagliare le erbacce. E quando succede, vengono ammassate lì, a fare mucchio insieme agli altri rifiuti: bottiglie, persino pali o segnali stradali tirati giù la sera da flotte di ragazzi ubriachi. E soprattutto distese di alghe, che affiorano in superficie fino a ponte San Niccolò".
"Come socio della Canottieri Firenze – spiega Roberto Vaggi – abbiamo provato più volte interessarci dello stato delle alghe, che sono una malattia infestante di questo fiume, ma ci è stata negata la possibilità di fare qualsiasi cosa, perché le autorità ritengono che ciò che noi possiamo tagliare e bonificare sia materiale inquinante anche in una possibile discarica, trattandosi di rifiuti contaminati non recuperabili e non riutilizzabili. Noi però potremmo fare qualcosa, mentre loro da sempre non fanno niente. Perciò sono davvero stufo di questa situazione, che si trascina da anni senza che nessuno sa a chi rivolgersi per evitare che l’Arno continui a sembrare una fogna a cielo aperto. Chiunque passi da Firenze, e getti un occhio nel fiume non può non scandalizzarsi dello stato sia del greto che delle acque. È bene che qualcuno ponga termine a questa assoluta incuria di un fiume che era tra i più belli d’Italia".
Il nome dell’alga che prolifera sui lungarni, specie in estate, è ‘Potamogeton’. Una pianta acquatica che non solo sembra soffocare l’acqua, ma anche aiutare il ristagno oltre che raccogliere sporcizia e pesci morti. Non si tratta solo di un problema ‘estetico’ dunque, perché ad essere a rischio è addirittura l’ecosistema. Esiste infatti anche il rischio che tolgano ossigeno ai pesci. Potamageton e le altre alghe microscopiche, complice il caldo di questi mesi e la scarsa portata dell’Arno, sono cresciute a dismisura tanto da ostacolare i canottieri anche quando remano tra Ponte Vecchio e ponte San Niccolò. Per non parlare poi di rifiuti che, proprio a causa della presenza delle alghe, ristagnano in Arno dando ai turisti che si affacciano sul Ponte vecchio una cartolina davvero brutta.
Maurizio Costanzo