di Ilaria Ulivelli
E’ pronta?
"Per cosa?". Sorride Cecilia Del Re, l’ex assessora all’Urbanistica di Palazzo Vecchio licenziata in tronco dal sindaco Nardella quasi due mesi fa per una divergenza di vedute sul passaggio del tram dal centro.
E’ pronta per candidarsi a sindaca?
"Sono a disposizione del partito".
Quale partito?
"Questo l’ho detto subito. Sono del Pd e resto nel Pd. Anche se ho terminato con un anno di anticipo il mio mandato, sento il dovere di esserci ancora per i tanti cittadini, del Pd e non solo, che mi hanno sostenuta alle elezioni del 2019 e mi avevano dato il loro mandato fino al 2024. Per questo non mi sono fermata e sto organizzando iniziative per discutere di idee per la città e anche per mostrare alcuni punti del piano urbanistico che ancora è nella fase delle osservazioni e i cittadini possono avere interesse a confrontarsi".
Ma se il Pd le dicesse che non è il suo momento?
"Le primarie sono un elemento fondante del nostro partito e ci sono amministratori che hanno dato molto alla città e al partito che possono partecipare".
Circolano tanti nomi...
"E sono quasi tutti di donne, è una bella novità. Non era mai successo. Questo è un passo avanti anche per il partito democratico. Nelle primarie fatte finora ci sono stati candidati uomini. I sindaci del centrosinistra sono perlopiù uomini. E’ bene ci sia la possibilità di un confronto tra amministratrici donne".
Pensa che sia arrivato il momento della prima sindaca di Firenze?
"Potrebbe essere la volta di un sindaco donna. E sarebbe bello che venisse fuori a seguito di un confronto tra più idee e visioni e non per cooptazione".
Cosa dice della foto con la Saccardi in maglia viola?
"Quella è una foto che parla di amicizia, di rispetto tra persone appartenenti a schieramenti diversi. Quel rispetto che non deve mai mancare, neppure in politica. Ci siamo divertite".
Però si parla anche di un ticket politico...
"Non è il momento di pensare ai vari schemi di gioco possibili. Italia viva è una forza che attualmente per volontà del sindaco Nardella e del segretario di Iv è in coalizione e immagino lo sarà anche per la tornata elettorale del 2024. Queste sono scelte che spettano ai partiti e ai loro iscritti".
Ma vi potrete spalleggiare qualora la coalizione venga confermata ed entrambe foste della partita...
"Certo, se saremo in coalizione ci spalleggeremo. Stefania è un’ottima amministratrice, una donna in gamba, concreta e quindi senz’altro il gioco di squadra ci sarà".
Per lei il Pd dovrà fare le primarie.
"Da quando il Pd è nato, a Firenze le primarie per la scelta del candidato sindaco sono sempre state fatte. Nel 2009 si fecero primarie di coalizione con più candidati anche del Pd, quelle vinte poi da Matteo Renzi. E sono state fatte poi nel 2014 primarie di partito vinte da Dario Nardella".
Le primarie sono utili, indispensabili o opportune?
"Tutte e tre le cose, fanno parte dell’identità del Pd. Le primarie sono un punto fondante del nostro partito, quell’elemento che ci contraddistingue dalle altre forze politiche e sono quello strumento che consente più di tutti di allargare la partecipazione della cittadinanza".
Ma serviranno primarie di partito, oltre a quelle di coalizione?
"Penso che le primarie di partito siano utili proprio per individuare il candidato all’interno del partito tra le varie disponibilità. Laddove si volesse far riferimento al modello 2009...".
...Potrebbe essere pericoloso per il Pd...
"Dipende da quali saranno i partiti in coalizione e dai candidati".
Se ci fosse Italia viva con la Saccardi...
"La mia risposta è intanto fare primarie di partito, perché la costruzione di un progetto collettivo parte da quell’apertura. E d’altronde la stessa Elly Schlein viene da primarie che hanno anche risvegliato tanta partecipazione e tanto entusiasmo. E quindi siamo coerenti con quella stagione, se ne sente il bisogno".
Il partito se ne dovrà convincere...
"Le primarie sono uno strumento dove ci si confronta fra più idee e fra più visioni. Un’opportunità per il partito di crescere come contenuti e come numeri. Non farle sarebbe rischioso e divisivo".
Percepisce il rischio che Firenze possa passare al centrodestra?
"In quest’epoca non possiamo dare più niente per scontato e purtroppo il vento del centrodestra che tira in tutt’Europa e non solo. Anche in Toscana negli ultimi anni tanti comuni sono andati al centrodestra, ragion per cui bisogna fare un’alleanza con i cittadini, coinvolgere forze civiche, movimenti, associazioni".
Lei appartiene all’area riformista del partito...
"Ma sostengo anche idee, tesi opinioni che tradizionalmente sono più proprie dell’ala di sinistra del partito. A partire dall’aumento dell’Irpef in chiave progressiva, per non avere un bilancio che dipende sempre più dalle entrate del turismo, cosa che ho sempre sostenuto in giunta. Poi la tramvia al Duomo, la partecipazione come metodo di governo. Ma questo deve farci anche pensare sul fatto che la divisione fra riformisti e progressisti sia da superare. Perché il nostro partito è riformista e di sinistra. E dopo anni di austerity e di blocco del turnover, è il momento di un riformismo pubblico".