Stefano Brogioni
Cronaca

Delitto di Chiesanuova, l’omicidio in 60 secondi. Scutti uscito per uccidere

Le telecamere: poco più di un minuto tra i due passaggi, nessuna lite al forno. Perquisito un anziano che gli avrebbe donato la vecchia arma non censita

Firenze, 23 ottobre 2024 – Pochi secondi per portare a termine il suo piano. Con un’arma clandestina ma che viene dal paese. Non è il filone principale, ma le indagini sull’omicidio di Laura Frosecchi, la 55enne titolare del forno “Graziella“ di Chiesanuova uccisa giovedì scorso nella sua bottega, si concentrano anche sulla provenienza della pistola con cui avrebbe fatto fuoco il nipote della vittima, Mattia Scutti. Si tratta di una “Fegyvergyar Budapest”, una semiautomatica di fattura ungherese risalente all’inizio del ’900, calibro 8.

Fu la pistola delle polizie dell’Est Europa, ma, dopo che l’Italia ne ricevette una partita dagli austroungarici a titolo di riparazione del primo conflitto mondiale, divenne anche l’arma dei repubblichini di Salò, che se ne dotarono in mancanza di altro.

I carabinieri hanno avuto da Scutti una involontaria “confessione“ sul nome di chi gli avrebbe regalato questa pistola, non censita, alcuni mesi fa. Si tratterebbe di un anziano del paese, appassionato di caccia come lo sono in tanti, da queste parti. L’uomo è stato perquisito ma non sono state trovate armi “clandestine“.

Il 22enne, al momento del suo arresto, era in possesso anche di diversi proiettili dello stesso calibro. Oltre a quelli sparati nel delitto - probabilmente quattro, quanti i bossoli repertati nei locali del forno Graziella -, Mattia ne aveva altri 17 in tasca dello stesso modello e calibro di quelli sparati verso la Frosecchi, oltre a un coltello a serramanico.

Probabilmente chi ha donato l’arma a Scutti, gli ha messo in mano anche le relative cartucce. Colpi con cui, mesi addietro, era stato visto e sentito sparare nel bosco della Sughera, a pochi passi dall’abitato di Chiesanuova. Mattia avrebbe anche mostrato a qualcuno la sua pistola.

“Per divertirmi l’avevo presa, sono un appassionato”, ha detto, tra le tanti frasi proferite, nella lunga conversazione intrattenuta con i carabinieri, prima del suo arresto. “Passione“ che gli faceva tenere in casa anche un vecchio e arrugginito mitragliatore da guerra “Thompson“ calibro 45, una penna-pistola senza la matricola e con un colpo in canna, un carrello di una pistola Bruni e una parte di un’altra arma. Anche su questo mini arsenale sono in corso indagini.

Il piano di Mattia. Le telecamere della banca di via Volterrana hanno ripreso il passaggio di Scutti sia mentre si recava alla bottega della zia, sia al ritorno verso casa. Il delitto di cui è accusato il 22enne si colloca nel brevissimo lasso di tempo tra le 10.53 e 49 secondi, e le 10.55 e 8 secondi: poco più di un minuto tra un passaggio e l’altro, fanno pensare che il giovane si sia presentato al forno già determinato. Non ci sarebbe stato il tempo per litigare, ma soltanto per “eseguire“. Anche la parrucchiera accanto all’alimentari non avrebbe infatti sentito niente di particolare, a parte uno strano grido.

Mattia, che davanti al gip che ha confermato la custodia cautelare in carcere si è avvalso della facoltà di non rispondere, avrebbe maturato dentro di sè la volontà di sparare perché stanco dell’atteggiamento della zia nei suoi confronti. “Sentiamo questo grullo cosa ha da dire ora”, la frase pronunciata il giorno prima. Nella sua testa confusa di un giovane indubbiamente difficile, quelle parole si sono amplificate a dismisura. Fino a un gesto da cui non si torna più indietro.