Firenze, 24 ottobre 2024 - Si terranno domani pomeriggio, nella chiesa della Propositura di San Casciano, i funerali di Laura Frosecchi, la titolare del forno “Graziella“ uccisa a colpi di pistola dal nipote Mattia Scutti, giovedì scorso. Sempre domani, al mattino, parenti e amici potranno invece salutare la 55enne nella chiesa del paese di Chiesanuova. L’accertamento autoptico si è infatti concluso e la salma è stata restituita ai suoi cari.
E’ un dolore che non si placa quello che ha colpito la comunità della Val di Pesa. C’è una famiglia flagellata dal gesto del 22enne. Gesto per molti inaspettato, anche se nel “curriculum“ di Scutti pesa, e diventerà probabilmente l’elemento chiave del futuro processo, la sua condizione psicologica.
Il giudice, Gianluca Mancuso, nell’ordinanza con cui ha mantenuto in carcere il giovane accusato di omicidio volontario e di detenzione di un’arma non censita (una pistola di fattura ungherese calibro 8 e le relative munizioni), pur valutandolo come capace d’intendere e di volere, sulla base degli elementi in suo possesso, ha ricordato che il giovane in seguito ad atteggiamenti aggressivi tenuti nei confronti della mamma è stato ricoverato per un periodo nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Torregalli. Una perizia lo ha giudicato socialmente non pericoloso, ma al tempo stesso ha individuato un disturbo della personalità, caratterizzato da una marcata impulsività. Tutto questo, rispetto agli episodi passati, avrebbe fatto scemare la sua sua capacità d’intendere.
Ma adesso la situazione andrà rivalutata nell’ottica dell’ultimo, gravissimo episodio. A tal proposito, il pm Benedetta Foti valuterà - come solleciterà la difesa dell’indagato, con gli avvocati Francesco Ceccherini e Roberto Cerboni - se procederà a una nuova perizia, forse nella forma dell’incidente probatorio.
Le frasi choc. Anche se Scutti non ha sostenuto l’interrogatorio, agli atti del procedimento sono finite le sue parole scritte nella lunga conversazione via chat instaurata con i carabinieri prima di essere arrestato. Ci sono frasi che fanno rabbrividire (tipo “speriamo di averla chiappata bene“) e che sono sintomo di un odio smisurato verso la zia, ma anche momenti in cui palesa tutta la sua fragilità, invocando l’aiuto della mamma: “non so se mi perdonerai“, le dice in un ultimo messaggio.
Il rapporto con la zia. Al comandante dei carabinieri di San Casciano Maurizio Neri - che con il suo agire ha fatto desistere il giovane dagli intenti autolesionistici che stava manifestando -, ha ripetuto di essersi sentito offeso e bullizzato dalla zia. Anche la madre di Scutti ha confermato ai carabinieri che i rapporti tra loro non erano buoni. Resta, infine, da capire, dove il 22enne si sia procurato l’arma del delitto, la vecchia “Fegyvergyar Budapest” d’inizio Novecento. L’ipotesi è che sia stato un anziano cacciatore del paese a regalargliela, ma le perquisizioni effettuate sinora dai carabinieri non hanno fatto emergere altre armi clandestine.
Altre armi le aveva invece Scutti a casa: oltre alla “Feg”, gli è stato trovato un mitragliatore da guerra arrugginito e pezzi di altre pistole. In tasca, la mattina del delitto, aveva anche un coltello a serramanico.
ste.bro.