REDAZIONE FIRENZE

Dentro e fuori dall’Astor: Dna e interrogatori serrati. I genitori e lo zio lasciano l’occupazione

Acquisito uno spazzolino per ottenere il dato genetico della bambina. Mamma e babbo di nuovo dai pm. Poi vengono collocati in una location segreta

Firenze, 16 giugno 2023 – Le indagini, ora, sono anche uno spazzolino da denti di Kata, prelevato dalla scientifica dei carabinieri dalla stanza degli Alvarez-Chicllo dentro l’albergo occupato di via Maragliano: servirà per non ancora precisate comparazioni.

C’è un ritmo investigativo serrato, anche se meno roboante dei primi giorni. E un clima che, nell’hotel del mistero, si fa ancora più incandescente tra i circa 100 occupanti, tanto da suggerire la collocazione in una location “segreta“ di Katherine e Miguel Angel, i genitori della bambina scomparsa sabato scorso dall’Astor.

Da ieri sera, il Comune di Firenze li ha collocati da un’altra parte. Stessa sorte anche per la famiglia dello zio.

Decisione che sembra seguire lo sviluppo delle indagini: la pista privilegiata è quella della vendetta nei confronti della famiglia peruviana nell’ambito della cruda lotta fra clan per il racket degli affitti. Dalle testimonianza sinora acquisite, emerge che l’ingresso all’Astor costa un prezzo che varia tra gli 800 (per una camera senza bagno) e i 1500 euro (per una con i servizi). E questo avrebbe scatenato anche le risse tipo quella di fine maggio (un 40enne volò da una finestra al terzo piano) o un precedente episodio avvenuto a febbraio, dove qualcuno parlò anche di spari (ma la pistola non è mai venuta fuori). Dunque, se il contesto è questo, meglio allontanare i due genitori, che anche ieri sono stati sentiti a lungo dai magistrati.

Non è tutto fila, però, nelle ricostruzioni. Resta il rompicapo dell’uscita dall’albergo di Kata: la telecamera su via Boccherini la inquadra quando esce per qualche secondo con il fratellino e altri bambini, ma si vede anche che rientra. Il babbo, però, durante la diretta con ’Chi l’ha visto?’ di mercoledì sera, ha puntato il dito contro un uomo che esce dal cancello a ruota dei bimbi e sembra osservarli.

Ieri, davanti ai magistrati Giuseppe Ledda e Christine Von Borries, il padre di Kata è stato chiamato a spiegare il perché di questo suo sospetto. Anche la mamma della bimba scomparsa si è seduta di nuovo nell’ufficio della procura. Al termine dei due confronti, entrambi i genitori hanno preferito non rilasciare dichiarazioni, su consiglio di due nuovi legali che ora li rappresentano. Atteggiamento che pare assai più cauto, rispetto a quello visto negli appelli in tv, in cui le dichiarazioni di entrambi sono parse spesse indirizzate a qualcuno di preciso.

Sanno più di quanto hanno riferito?

Sono emersi dettagli nuovi?

Gli inquirenti tengono la bocca chiusa ma si respira che qualche elemento che finora non c’era è adesso in mano agli investigatori.

Ma domani saranno sette giorni che la bambina di cinque anni è scomparsa dall’hotel Astor. L’ipotesi del rapimento non ha trovato finora nessuna conferma né nelle immagini delle telecamere dell’isolato, e anche in un segno degli eventuali rapitori. La famiglia non ha ricevuto alcuna rivendicazione.

Nessuna richiesta di soldi e neanche un segno certificato che Kata sia ancora viva. Però ci sono due testimonianze che parlano di un adulto che avrebbe afferrato la bimba, contro la sua volontà, nel cortile.

Resta da capire dove l’avrebbe portata. E anche perché l’avrebbe presa.