Firenze, 3 gennaio 2025 – Prima il “toccamento” del fondoschiena di uno studente. Poi le conversazione sgradevoli, esplicite, con domande “personali, intime e di carattere sessuale”. È quanto riporta l’ordinanza del tribunale civile di Firenze, sezione lavoro, con la quale la giudice Anita Maria Brigida Davia boccia la richiesta di un docente fiorentino di poter rientrare in classe e di annullare la sanzione disciplinare della sospensione dal lavoro e della retribuzione irrogata dall’istituto.
L’uomo ha in corso un contratto a tempo determinato, con scadenza nel 2025, con l’istituto tecnico e professionale Leonardo da Vinci, mentre nell’anno 2023-2024 ha prestato servizio all’istituto superiore statale Enrico Fermi. Per entrambi, come docente per l’insegnamento di sostegno.
Il primo campanello di allarme risale a maggio 2024, mese in cui viene aperto il procedimento disciplinare nei suoi confronti. Un liceale racconta alla madre di essere stato palpeggiato dall’uomo, che a sua volta riporta la scioccante notizia al dirigente scolastico. È toccato poi a una coetanea, coinvolta in ’anomale’ conversazioni con il docente, che in più episodi le ha chiesto se si fosse mai “concessa con chi e quando” e se volesse farlo “con un altro studente” a entrambi noto. Parole riportate per filo e per segno alla preside, e di conseguenza inciso nel fascicolo aperto a suo carico.
Nel quale sono finiti anche altre otto testimonianze di studenti, che hanno “confermato il comportamento reiterato nei confronti di numerosi alunni” di porre “domande personali, intime e di carattere sessuale”. Accuse pensati, che si sono tradotte nella notifica, qualche settimana fa, della sanzione disciplinare.
E ieri, il tribunale ha confermato i quattro mesi di sospensione, e rigettato il ricorso cautelare. Gli atteggiamenti dell’insegnate appaiono “gravemente lesivi degli obblighi contrattuali” e risultarono essere “idonei a ledere la personalità morale degli studenti, causando disagio e turbamento”, scrive la giudice. Che tuttavia considera “pacifico” il fatto che i comportamenti dell’uomo non avessero “la finalista di soddisfare impulsi di carattere sessuale”, ma vanno interpretati come “atti non conformi alla responsabilità, ai doveri e alla correttezza inerenti alla sanzione”.
Appuntamento fissato a maggio 2025, quando sarà deciso se far testomonire i minori interessasti dalla vicenda.