Sandra Nistri
Cronaca

Deposito Eni, timori per l’ambiente. “C’è il rischio di acqua contaminata, nei fossi quella usata per il rogo”

I torrenti Tomerello e Chiosina potrebbero contenere idrocarburi e materiali utilizzati per domare le fiamme. Lo scenario è stato descritto durante l’insediamento della Commissione consiliare speciale sull’esplosione

Firenze, 8 febbraio 2025 – Potrebbe esserci un caso di contaminazione ambientale collegata al disastro nel deposito Eni di via Erbosa a Calenzano del 9 dicembre scorso.

La notizia è emersa, due giorni fa, nella riunione di insediamento della Commissione consiliare speciale sulla vicenda istituita a Calenzano ed è stata comunicata ai consiglieri dal sindaco Giuseppe Carovani e dal responsabile Area Ambiente e Viabilità del Comune Nicola Tanini.

In particolare, la possibilità – come illustrato nei dettagli dal dirigente del Comune – “sarebbe dovuta al fatto che le vasche di barriera idraulica, utilizzate per pompare acqua nelle falde, sono state usate per raccogliere l’acqua di spegnimento dell’incendio che potrebbe essere dunque contaminata da idrocarburi e da materiali utilizzati proprio per domare le fiamme”.

Con l’apertura delle saracinesche l’acqua è poi defluita nel fosso di Tomerello e successivamente nel Chiosina e nel reticolo maggiore ma ancora non è dato sapere con quali effetti né sulle acque né sulla falda.

Eni ha fatto una segnalazione di “potenziale contaminazione” due giorni dopo l’esplosione, lo scorso 11 dicembre, e entro 30 giorni avrebbe dovuto trasmettere il piano di caratterizzazione per i siti contaminati che comprende tutta una serie di documentazione da allegare ma anche, tra l’altro, il numero, la profondità dei carotaggi e le analisi da effettuare sui terreni. Il piano, però, non è stato presentato entro la scadenza. Diverse le domande sul punto dei consiglieri della commissione che hanno espresso preoccupazione e chiesto l’intervento di Arpat nella prossima seduta anche per appurare se siano state fatte misurazioni specifiche all’esterno, nell’area del fosso, ad esempio: dati che comunque il Comune non ha.

Altro nodo emerso durante la riunione quello delle richieste danni: “Sono 213 – ha spiegato ad esempio Carovani – i passaggi per richiesta danni fatti da cittadini e aziende attraverso il Comune ma il dato non è certamente esaustivo perché sicuramente molti avranno presentato l’istanza attraverso legali di fiducia o associazioni di categoria”. Fra i richiedenti anche il Comune stesso per i danni notevoli “dell’ordine di alcune centinaia di migliaia di euro” subiti dagli impianti sportivi, in particolare il palazzetto dello Sport e la piscina di via di Prato, comunque già messi in sicurezza. Sedici in totale, invece, le ordinanze emesse dal Comune per la verifica di agibilità di case e aziende e cinque le persone che hanno richiesto e ottenuto assistenza psicologica. Altro nodo quello del tavolo regionale che era stato annunciato sulla vicenda ma non è stato mai convocato:

“Proprio oggi – ha spiegato il sindaco - ho scritto al presidente della Regione Giani chiedendo l’attivazione, al più presto, di questo strumento”.

Approfondisci:

L’esplosione in diretta: ecco il momento del boato di Calenzano, le telecamere riprendono tutto

L’esplosione in diretta: ecco il momento del boato di Calenzano, le telecamere riprendono tutto