REDAZIONE FIRENZE

"Design contemporanei nei musei"

La provocazione di Maria Porro, presidente del Salone del Mobile del Milano. "Servono coraggio e umiltà"

Ma come si vede Firenze da Milano e in particolare dalla ribalta del Salone del Mobile? La presidente Maria Porro non vede una città ripiegata sul Rinascimento.

Eppure è stato proprio il sindaco Dario Nardella a porsi il problema.

"E la domanda stessa è l’apertura a nuovi paradigmi, direi un forte segnale verso il futuro".

Non si può negare però che Firenze scommetta molto sul suo valore turistico.

"Ha un patrimonio artistico, storico, culturale inestimabile che deve trasformarsi in una risorsa per saper trovare i linguaggi e i modi di parlare anche alla contemporaneità. Certo è molto difficile riuscire a interpretare il futuro dovendosi confrontare con una storia così importante, si ha più paura rispetto a Milano che ha meno questa forte dimensione storica. Qui si possono prendere iniziative a cuore più leggero. Ma la buona architettura ci insegna che è possibile inserire anche in contesti storici molto forti architetture contemporanee: è tutta questione di buona progettualità serve un po’ meno volontà di autoaffermazione e un po’ più di umiltà".

Una provocazione ai fiorentini?

"Così come i più grandi artisti e architetti del passato hanno lasciato la loro traccia in città fare in modo che anche artisti contemporanei possano farlo. A Milano, partita da una provocazione, abbiamo la scultura di Maurizio Cattelan in piazza Affari, il dito medio alzato davanti alla Borsa. Una cosa fortissima, installata nel 2010 che doveva essere temporanea e poi è diventata permanente. Ecco serve il coraggio anche di dare un contrappunto a una città che ha una storia incredibile. Per noi a Milano è più semplice perché abbiamo molte stratificazioni di epoche differenti, ma avvalersi delle firme contemporaneee più importanti che abbiano umiltà e coraggio potrebbe essere un dialogo interessante. E poi....

Prego...

"Pensare anche a allestimenti nei musei in chiave contemporanea, inserire un racconto di design che entra all’interno dei musei e delle isitituzioni. Spesso questi edifici soffrono di ipercoerenza e in questo senso anche il design può avere il suo ruolo. E’ un oggetto più umile, ma può essere d’aiuto. E il contrappunto funziona molto bene se regge dal punto di vista della qualità. Può essere un’operazione vincente. anche proponendo allestimenti di volta in volta diversi. Sempre nel nome della qualità".

Dovremmo essere più aperti anche dal punto di vista imprenditoriale?

"Tutte le città hanno bisogno di aprirsi. Viviamo un’epoca che è caratterizzata dall’accelerazione incredibile di processi e da un eccesso di informazioni. Immagini, notizie... c’è tantissimo di tutto, ma abbiamo perso la capacità di capire e orientarci. In questo scenario le sinergie fra città e eccellenze sono una via imprescindibile. Se dobbiamo puntare alla qualità non possiamo essere competitor al contrario dobbiamo essere alleati".

Paola Fichera