È stato aperto un fascicolo d’inchiesta sulla morte per overdose del detenuto Timothy Fanfera, 34 anni originario di Pomezia, recluso nel carcere di Sollicciano. Il reato ipotizzato dal pm Lorenzo Boscagli è quello di morte in conseguenza di altro delitto. Sul cadavere dell’uomo è stata anche disposta autopsia.
Nella cella di Fanfera – che è deceduto la mattina di giovedì all’ospedale Torregalli – sono state rinvenute delle siringhe con dell’eroina all’interno. Nel reparto dove l’uomo si trovava è stata eseguita una maxi perquisizione alla ricerca di ulteriore droga. E le indagini della procura puntano proprio a stabile come e da chi il 34enne ha ottenuto le dosi killer. Anche in considerazione del fatto che Fanfera era stato trasferito a Solliciano da poco tempo e non aveva ancora goduto di permessi per uscire dal penitenziario.
Il giovane entrava e usciva dai penitenziari ormai da molto tempo. Arrestato nel 2021 a Roma, aveva alle spalle tanti piccoli reati, dallo spaccio alla resistenza. Era diventato definitivo per un cumulo di pene e sarebbe dovuto uscire tra oltre cinque anni. Lascia una figlia. "Era tossicodipendente – spiega il suo avvocato, Laura Filippucci –, ed era stato trasferito poche settimane fa a Sollicciano dal carcere di Prato per problemi di sovraffollamento". Difficile da capire, visto che il penitenziario fiorentino, in termini di presenze e condizioni strutturali, è uno dei peggiori a livello nazionale.
Da gennaio a oggi, dietro le mura del penitenziario si sono verificati altri due morti, entrambi suicidi: un 25enne egiziano che si è tolto la vita il 3 gennaio e un 39enne romeno, deceduto lo scorso 15 febbraio.
"Nelle celle di Sollicciano si è consumata un’altra tragedia, un detenuto poco più che trentenne è deceduto, sembra per overdose", dice la sindaca di Scandicci, Claudia Sereni. "È l’ennesimo atto di una strage senza fine che richiede soluzioni urgenti. Ci uniamo all’appello del sindacato Uilpa, che chiede con forza la nomina immediata di un direttore", conclude.
Pie.Meca.