REDAZIONE FIRENZE

Detenuto si uccide in cella a venticinque anni

Il giovane egiziano aveva già provato gesti autolesionistici: per questo era in osservazione

Si è impiccato nella sua cella, come purtroppo tanti, troppi, prima di lui. Ennesima tragedia nel carcere di Sollicciano, dove ieri pomeriggio intorno alle 18 un detenuto egiziano di 25 anni si è tolto la vita. A trovarlo un agente della polizia penitenziaria: il giovane, recluso da poco tempo, aveva stretto al collo un laccio costruito artigianalmente. È scattato subito l’allarme, poi i tentativi di rianimazione, che però non hanno avuto successo, e poco dopo è stato dichiarato il decesso.

Secondo quanto emerso, l’uomo era recluso nel reparto di accoglienza e aveva compiuto in passato gesti autolesionistici, motivo per cui era tenuto in osservazione.

Un dramma che arriva a pochi giorni da quello di un altro detenuto originario della Somalia, Mohammed Wardi Ahmed, 28 anni, trovato senza vita nella sua cella la notte tra il 22 e il 23 dicembre, stroncato secondo le prime ricostruzioni – gli accertamenti sono ancora in corso- da un mix di farmaci e alcol. Nel 2024 sono stati 64 i tentati suicidi nel carcere fiorentino, e due i detenuti che si sono tolti la vita.

"Quanto accaduto" a Sollicciano "purtroppo non mi meraviglia", commenta Giuseppe Fanfani, garante dei diritti dei detenuti per la Regione Toscana.

"Sono anni che dico che va chiuso perché è inumano e indecoroso – continua –. È l’opposto di tutto quello che la Costituzione dice e impone alle coscienze sulla pena, che andrebbe eseguita con senso di umanità". "Mi sento profondamente umiliato nel ruolo ogni volta che accadono queste cose. Più vado avanti - aggiunge - e più mi chiedo se il carcere come lo intendiamo noi sia qualcosa di utile, serva a qualcosa". Nello specifico a Sollicciano "ci sono situazioni spaventose, piove nelle celle, ne ho vista una senza vetro alle finestre, c’è un umido spaventoso". In questo quadro "la mancanza di un direttore è un elemento aggravante, ma dirigere Sollicciano penso sia una cosa impossibile".

"Avrebbe compiuto 26 anni fra qualche giorno, fine pena provvisorio nell’aprile del 2027 – spiega Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria –. Il 2025, dunque, nel carcere ricomincia all’insegna della conta dei decessi, così come si era concluso il 2024"

P.M.