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Cronaca

Diario della maturità, Alberto: “Il liceo? Il luogo più stimolante che potessimo incontrare”

Proseguono i racconti dei nostri maturandi

Alberto Fara, studente liceo Michelangelo

Alberto Fara, studente liceo Michelangelo

Firenze, 14 giugno 2024 - Cosa rimane del liceo? Cosa sono stati questi cinque anni? Studio, crescita, amicizie, nuovi orizzonti e tanti, forse troppi, ricordi. Ora siamo sulla soglia di un'uscita che dà sul mondo e non possiamo far altro che ripercorrere la nostra memoria con la sincera consapevolezza di chi il viaggio l’ha in gran parte già vissuto. In questi giorni si mescolano lacrime e sorrisi, e se da una parte finalmente riusciamo a cogliere il quadro d’insieme del nostro percorso, dall’altra è arrivata tardi la presa di coscienza che anche questa realtà è in procinto di finire.

Poi c’è l’ultima prova, da generazioni la più importante, la maturità; e quando in una calda giornata d’estate ci alzeremo dal banco di fronte alla commissione, forse per la prima volta, chiudendo quella porta, indugeremo il nostro sguardo sul futuro, per alcuni già avviato, per molti da decidere, per tutti imprevedibile. Un futuro di cui ci atteggiamo progettisti, ma di cui in realtà abbiamo ancora terribilmente paura. A spaventarci è l’idea di entrare in un mare aperto senza più sicurezze, di fronteggiare la responsabilità delle scelte, di convivere con un margine d’errore spesso non concesso: trasportiamo sulle spalle i pesi di aspettative lentamente costruite, senza pensare a quanto saremmo più liberi se li abbandonassimo. Mi rendo conto di essere entrato in un discorso alquanto personale (tanti altri non vedono l’ora di separarsi dai banchi come fossero catene e di misurarsi con le ambizioni del mondo), ma proprio qui, tra opportunità e strade da imboccare, temo di perdermi, di cambiare. Temo di trovarmi schiacciato da volontà esterne, inseguendo obiettivi inutili, temo di perdere lo sguardo autentico che ho rivolto alla vita in questi cinque anni. Il liceo è stato in fondo il luogo più stimolante che potessimo incontrare, dove siamo stati accolti e incoraggiati ad indagare noi stessi. Per chiunque è stato un posto dove esprimersi, ricercare interessi, a volte anche legittimamente perdersi. La separazione è quindi quanto mai ambigua: desiderata ma rimpianta, per molto tempo lontana ai nostri occhi ed ora troppo vicina. Ogni momento presente è cristallizzato da ricordi alternati alla consapevolezza della fine di un percorso.

Per adesso non resta che abbracciare i compagni di viaggio con animo disteso e godersi gli ultimi giorni, rimandando paure e decisioni a tempi più maturi.

Alberto Fara, studente liceo Michelangelo