Elettra Gullè
Cronaca

Didacta al via tra visori per la realtà aumentata e robot. Ma il ministro Valditara invita “a disintossicare i bambini dai cellulari”

Inaugurazione della fiera alla Fortezza da Basso di Firenze. Oltre 2300 eventi formativi in programma. Docenti da tutta Italia

Didacta al via tra visori per la realtà aumentata e robot. Ma il ministro Valditara invita “a disintossicare i bambini dai cellulari”

Firenze, 12 marzo 2025 – La scuola del futuro si mette in mostra a Didacta Italia, la fiera dedicata all'innovazione didattica che ha aperto oggi alla Fortezza da Basso di Firenze e proseguirà fino a domani l’altro con 2300 eventi. A inaugurare l'undicesima edizione della manifestazione sono stati il ministro Giuseppe Valditara, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la sindaca di Firenze Sara Funaro, la rettrice dell'Università di Firenze Alessandra Petrucci, il presidente di Firenze Fiera Lorenzo Becattini e il presidente di Indire Francesco Manfredi. Quest'anno, inoltre, Didacta celebra i 100 anni di Indire, uno dei più antichi istituti di ricerca del Ministero dell'Istruzione e del Merito.

Didacta trasporta gli insegnanti nel futuro con visori per la realtà virtuale, pareti interattive animate da qr code, tappeti digitali e una mini casa domotica progettata per la robotica educativa. Tra le novità spicca Reflectis VirtuaLearn, "una piattaforma innovativa che consente di creare e gestire ambienti immersivi e giochi formativi in aula, rendendo l'apprendimento più coinvolgente", spiega Lorenzo Cappannari, ceo di AnotheReality. Con un visore, gli studenti possono esplorare virtualmente il Colosseo o imparare a montare e smontare macchinari.

Didacta al via tra visori per la realtà aumentata e robot. Ma il ministro Valditara invita “a disintossicare i bambini dai cellulari”

Ma la scuola del futuro lascia anche una serie di interrogativi aperti. Da una parte il ministro Valditara invita a "disintossicare i nostri bambini dal cellulare, che rischia di essere elemento di forte distrazione" e a riscoprire "l'immediatezza della carta e della penna, che generano la vera creatività". Dall'altra, gli stand della fiera propongono perlopiù tecnologie avanzate per potenziare l'apprendimento. "Molte proposte rimangono un libro dei sogni, perché non disponiamo di fondi sufficienti", osserva il preside del Sassetti-Peruzzi, Osvaldo Di Cuffa. "Noi, ad esempio, non abbiamo i visori per la realtà aumentata, ma abbiamo preferito investire in arredi modulari per una didattica più laboratoriale. Per quanto mi riguarda, una visita non virtuale a un museo ha tutto un altro valore".

A Didacta c'è stato spazio anche per il tema dell'educazione di genere. Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha partecipato all'incontro "Educazione di genere come contrasto positivo alla violenza: una sfida necessaria per la scuola". "Ho incontrato tanti studenti e docenti a giro per l'Italia ed ho visto che c'è il desiderio di un mondo nuovo, dove la violenza non sia certo tra gli elementi distintivi della società. Sono i giovani a chiederci un cambio di passo", ha dichiarato Cecchettin, che ha fondato un'organizzazione dedicata alla sensibilizzazione contro la violenza di genere.

Si è poi parlato anche di Ius scholae e dell'iniziativa della sindaca di Firenze Sara Funaro per dare la cittadinanza onoraria agli studenti stranieri in città. “Ritengo che la scuola debba occuparsi di integrare chi viene da lontano – ha detto il ministro Valditara -. La conoscenza di chi siamo, da dove veniamo, quindi la conoscenza dei nostri valori e dei nostri principi, della nostra Costituzione, ma anche della nostra cultura e della nostra storia, deve venire prima ogni altro ragionamento”. E ancora: “Tutte queste sono belle dichiarazioni di principio ma poi concretamente è l'integrazione che deve essere realizzata e noi per la prima volta abbiamo messo dei soldi, anche soldi importanti per quest'anno, per potenziare l'insegnamento della lingua italiana e il prossimo anno per assumere alcune migliaia di docenti specializzati nell'insegnamento dell'italiano agli stranieri, perché solo così si riduce quel gap che oggi addirittura porta a far sì che nella stessa classe ci sia un ragazzo italiano e un ragazzo straniero che ha un anno, o addirittura due in meno di competenze sulla conoscenza dell'italiano”.