Luigi Caroppo
Bisogna difendere il commercio di prossimità, baluardo di comunità, sinonimo di fiducia e spesso di qualità. Bisogna sostenere i negozi sotto casa. Molti lo hanno fatto durante gli acquisti natalizi: difficilmente chi ha ricevuto quel regalo comprato nel quartiere ha trovato brutte sorprese. Più facile che il dono arrivato per corriere, chissà da quale parte del mondo, sia stato danneggiato, non proprio di quella taglia e forma; oppure qualcuno lo sta ancora aspettando. Non è fobia della globalizzazione ormai dilagante. Ma la realtà, anno dopo anno, ci fa riflettere. Forse il rapporto con un commerciante di fiducia è più vincente di uno sconto a valanga su migliaia di prodotti. Qualcosa sta cambiando e gli appelli delle associazioni di categoria (Confcommercio e Confesercenti) a fare spese di vicinato sono stati alla fine ascoltati. Da tanti. Il consumatore si dimostra attento e capace di andare contro il pressing dei grandi colossi del commercio on line. Vediamo se la tendenza si rafforzerà. Altra battaglia da affrontare è quella degli sconti tutto l’anno: promozioni più o meno mascherate che spuntano da una vetrina all’altra specialmente nel settore abbigliamento. Ci sono le opportunità per i clienti con tessera fedeltà, gli sconti occulti e tante altre iniziative. Un tempo non troppo lontano c’era l’appuntamento dei saldi. Ed era un avvenimento atteso sia dal commerciante che dai clienti. Forse sarebbe venuto il momento di fare una riflessione sulla modalità dei ’ribassi’ a partire dalla Regione insieme alle imprese e alle associazioni: i saldi sono troppo a ridosso delle Festività natalizie, le stagioni del freddo non sono così vicino allo zero che il cappotto si consuma poco, l’abbigliamento vive una stagione, molto lunga, di crisi. Insomma motivi per mettersi intorno ad un tavolo ci sono. Per far sì che l’affare sia buono per tutti.