di Daniela Giovannetti
In origine fu lo spostamento di alcune panche e inginocchiatoi. Quindi è toccato ai quadretti delle stazioni della via Crucis, che sono stati rimossi dalle pareti. Poi è arrivata la decisione di esporre gli antichi reliquiari lignei, da sempre custoditi negli armadi. Per culminare, dulcis in fundo, con la colorazione in oro degli elementi decorativi di capitelli e portali di pietra serena. Tutti interventi realizzati senza uno straccio di permesso o autorizzazione e che adesso, dopo le proteste dei parrocchiani, dovranno essere rimossi per recuperare l’assetto originario dei luoghi.
Lo ha deciso la Diocesi di Fiesole alla quale si erano appellati un gruppo di fedeli, rimasti sconcertati dalle "modifiche decorative" apportate all’antica chiesa di San Martino di Maiano dal nuovo parroco, Padre Luigi Paolo di Bitonto. Entrato in servizio a gennaio, il sacerdote si è ben presto scontrato con la comunità locale a causa di alcuni suoi comportamenti considerati "irrispettosi".
"È accaduto con un paramento sacro realizzato in un tessuto delicatissimo e restaurato dalla suore di Rosano , che – raccontano da Maiano – un bel giorno abbiamo trovato esposto, quando invece va custodito con cura".
Stesso trattamento per reliquari e ostensori in legno dorato. "Era negli armadi – proseguono i fedeli – adesso sono stati messi sopra lo una porta, dove si trovano esposti a luce e polvere". Fra questi c’è anche il busto di San Martino, oggetto di devozione, che un tempo veniva portato in processione per la festività di novembre.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso c’è stata però questa estate quando, acquistata una tempera color d’oro, l’anziano parroco ha fatto dipingere le foglie d’acanto di quattro capitelli corinzi, le greche e gli stipiti di due porte, che erano stato realizzati secoli fa, nella caratteristica pietra serena locale dagli scalpellini del posto.
Dell’accaduto è stata quindi informata la Diocesi di Fiesole che, tramite l’ Ufficio Beni Culturali ha assicurato che provvederà al coordinamento del ripristino dello stato originale della chiesa.
"L’intervento – spiega don Zibi, responsabile diocesano – sarà naturalmente concordato con la Soprintendenza competente. I tempi di realizzazione saranno legati all’ottenimento dei necessari permessi/verifiche/controlli e alla disponibilità dei tecnici incaricati". "Tutto è bene quel che finisce bene- commentano dalla vicina fattoria di Maiano- Aspettiamo fiduciosi che la nostra chiesa ritorni alla sobrietà che l’ha sempre caratterizzata".