
A Sollicciano la reggenza è stata data al direttore di Arezzo, Alessandro Monacelli
"Perché non è stato rinnovato l’incarico alla direttrice del carcere di Sollicciano, Antonella Tuoni? Quando il ministro Nordio prevede di colmare il vuoto per garantire una direzione stabile e iniziative di reinserimento sociale?". Sono le domande poste dai deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi in un’interrogazione al ministro della Giustizia. "La direttrice Tuoni sarà trasferita nella direzione del carcere di Arezzo, che conta circa 45 detenuti, mentre una struttura chiave del sistema penitenziario toscano come il carcere di Sollicciano viene lasciata senza un direttore titolare. Parliamo - spiegano - di una struttura fatiscente che non consente condizioni dignitose di detenzione e di lavoro per chi vi opera e che avrebbe bisogno di una pianificazione di seri lavori infrastrutturali". Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per i due deputati avrebbe così "lasciato il carcere di Sollicciano nell’instabilità, rischiando di compromettere ogni progetto dedicato alla finalità rieducativa della pena e il reinserimento nella società", concludono. A Sollicciano, ad oggi, la reggenza è stata data al direttore che era ad Arezzo, Alessandro Monacelli.
Dello stesso avviso anche i Radicali italiani in una nota firmata dal segretario Filippo Blengino e da Matteo Giusti della direzione. "Non può che destare preoccupazione la notizia del trasferimento di Antonella Tuoni – spiegano –, destinata a un istituto come quello di Arezzo, una realtà che, con i suoi 45 detenuti, presenta criticità sicuramente inferiori rispetto alla casa circondariale di Firenze. Durante la visita effettuata lo scorso luglio, la direttrice aveva dimostrato grande competenza e lucidità nell’analisi delle problematiche del carcere, esponendo idee chiare sulle possibili soluzioni, pur nei limiti imposti dal contesto e dalle restrizioni del Dap". Questa ulteriore "instabilità appare in netto contrasto con le urgenti necessità di intervento sulla struttura e con le progettualità finalizzate alla rieducazione dei detenuti", concludono i due.