VICCHIO
di Nicola Di Renzone
Atti vandalici, episodi di autolesionismo; fino alle tremende notizie di cronaca dei giorni scorsi. Anche in Mugello i recenti avvenimenti ci parlano di sacche di disagio giovanile. E il primo cittadino di Vicchio, Filippo Carlà Campa, dopo alcuni episodi di vandalismo, lancia la sua riflessione (di queste tematiche si è occupato, fino a pochi mesi fa, anche come presidente della Società della Salute). "Panchine in pietra distrutte e smantellate – sottolinea –. E un cestino divelto e gettato nel lago di Montelleri. Ma questi sono solo gli ultimi due episodi di tanti altri, non solo a Vicchio".
Come si inquadrano?
"La sensazione è che si stia avverando la profezia post pandemica della sindrome della capanna, il malessere psicologico che si manifesta alla fine di un lungo isolamento".
Ossia?
"I lockdown e le restrizioni sono stati come tirare a lungo un elastico, per poi rilasciarlo di colpo. Molti di noi e molti dei nostri ragazzi non erano pronti e si sono trovati spaesati nel tornare alla vita normale e sociale".
Che fare?
"Come una febbre che ci avvisa di una malattia, potrebbe essere un utile campanello di allarme che evidenzia il problema e ci spinge a trovare delle soluzioni"
Nel concreto?
"Nelle ultime settimane stiamo assistendo a un aumento preoccupante di segnali di disagio giovanile, come l’ autolesionismo in età adolescenziale".
Anche i recenti fatti di Castel del Rio, dove un 16enne ha accoltellato per futili motivi un ragazzo poco più grande, possono essere letti in questa chiave?
"Momenti di disagio estremo possono finire in tragedia. Da quello che è emerso il ragazzo non è certo un killer. Ma ha tolto la vita ad un altro giovane, ed è un atto terribile".
Come uscirne?
"E’ un disagio che non può e non va ignorato. E che richiede l’impegno di istituzioni e scuola, famiglie e il mondo giovanile. A Vicchio stiamo lavorando ad un Patto Educativo che coinvolga scuola, comunità, associazioni. Disagio e abbandono scolastico sono fenomeni in crescita, serve sostegno a insegnanti e genitori".
Ha parlato prima di autolesionismo tra gli adolescenti.
"In due casi sono stati i genitori a venire da me a chiedere aiuto".
E cosa ha detto loro?
"Ho indicato loro il corretto percorso perché i loro figli siano seguiti in maniera adeguata in un percorso sociale, psicologico e quando necessario psichiatrico. Questi genitori non devono essere lasciati soli".