Palazzuolo sul Senio (Firenze), 25 marzo 2025 – Non c’è un rischio di disastro ambientale, ma è importante bloccare lo scivolamento dei rifiuti nel fiume. Per la discarica degli anni Settanta affiorata sull’Appennino tra Emilia Romagna e Toscana l’Arpat, agenzia regionale toscana per la protezione ambientale ha svolto le prime analisi.
Si tratta di rifiuti risalenti agli anni Settanta. L’ultima grave ondata di maltempo, con il terreno che franava, ha riportato alla luce questo materiale.
"Il sopralluogo – dice Arpat – ha confermato che i rifiuti visibili in superficie sono prevalentemente resti di sacchetti di plastica, frammisti a terra e rifiuti organici biodegradati e mineralizzati, con la presenza sporadica di lattine, oggetti domestici metallici, articoli di abbigliamento e frammenti di vetro”.
Si tratta di materiale che non porta un rischio reale di contaminare il terreno. “Considerata la tipologia dei rifiuti e il lungo periodo di esposizione alla degradazione ed alla mineralizzazione – spiega Arpat – non risulta, al momento, verosimile un pericolo di rilascio nell’ambiente di sostanze in grado di produrre contaminazioni significative delle matrici ambientali. Di conseguenza, per ora, non si ravvisa la necessità di interventi di decontaminazione o di messa in sicurezza urgente delle aree raggiunte dai rifiuti dispersi”.
L’Agenzia ha individuato le seguenti priorità: prevenire l'ulteriore scivolamento nel fiume di rifiuti, sia quelli già dispersi sul versante sia quelli ancora ammassati nella porzione non franata; intercettare e trattenere eventuali rifiuti trasportati dalla corrente per facilitarne la raccolta.
I molti frammenti di sacchi di plastica, dispersi lungo le sponde del fiume ed impigliati nella vegetazione riparia, costituiscono, principalmente, un problema di rilevanza paesaggistica e di preservazione degli habitat. Si rende, quindi, necessario raccogliere quanto disperso in stretta collaborazione con il gestore dei rifiuti urbani che opera nel territorio di Palazzuolo sul Senio e di Firenzuola, con attenzione ad utilizzare modalità di raccolta che siano rispettose degli ecosistemi da tutelare.