Firenze, 28 dicembre 2023 – Chiude dopo 150 anni Dischi Alberti, il negozio fondato nel 1873 dal cavalier Giuseppe Alberti. Nel corso degli anni ha trattato dalle macchine da cucire alle casseforti: addirittura alla fine dell’ottocento vendeva automobili con il marchio "Florentia" e bici "Bianchi". Poi negli anni, piccoli elettrodomestici, radio, ovviamente dischi, videocassette e dvd. Dopo la chiusura della sede di via dei Pecori nel 1989 e di via dei Pucci nel 2014, a spegnere la musica stavolta per sempre è quella di Borgo San Lorenzo, ultimo baluardo. Proprio qui erano rimasti gli ex dipendenti dell’azienda che nel 1984 avevano deciso di salvare il brand rilevando la società. "Eravamo in dieci, oggi siamo in quattro" racconta Daniele Marino, uno dei soci. Lui insieme agli altri ex colleghi si rimboccò le maniche per ridare vita all’azienda che ha mantenuto il suo business principale ossia quello di vinili e cd per ampliarsi ai dvd. "Abbiamo riempito le case dei fiorentini di musica e film ma non ce l’abbiamo fatta, la concorrenza online e il covid ci hanno dato il colpo di grazia".
Così la storica attività ha cominciato le svendite che porteranno alla chiusura di metà gennaio. "Purtroppo non abbiamo avuto altra scelta - prosegue Marino -, mai avremmo immaginato che saremmo stati proprio noi a chiudere". Una crisi che è cominciata già dieci anni fa quando fu chiusa la sede di via dei Pucci "ma poi con la pandemia le abitudini delle persone sono cambiate". Il riferimento è ai canali di vendita: "Il covid ha accelerato la corsa all’online. Per un negozio come il nostro è impossibile competere con piattaforme come Amazon, Netflix o Spotify. Quindi a poco a poco abbiamo dimezzato gli incassi e, nella situazione di oggi, è impossibile reggere il canone di locazione di un fondo nel centro storico".
Lo scorso Natale il disco più venduto fu quello di Francesco Guccini, questo anno quello di Renato Zero. "Abbiamo una clientela di una fascia d’età medio-alta, tanti nel corso della nostra storia sono venuti a mancare e i giovani frequentano poco il nostro spazio - si sfoga -, musica e film vengono comprati a prezzi stracciati online o si scaricano di notte. I tempi sono cambiati e noi siamo un po’ le prime vittime della tecnologia". Marino ricorda quando i tempi in cui mosse i primi passi da neo imprenditore: "Allora c’erano tantissimi negozi di dischi in centro, a poco a poco hanno chiuso tutti. Noi abbiamo cercato di reggere ma, agli inizi del 2024, a malincuore, saremmo costretti anche noi a spegnere la musica per sempre".