
Discorsi d’odio: attenzione all’effetto gregge
Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Carlotta Cubeddu, autrice, insieme a Federico Taddia, del libro "Penso, parlo, posto. Breve guida alla comunicazione non ostile". Progetto editoriale nato dalla collaborazione con l’associazione Parole O_Stili e ispirato al "Manifesto della comunicazione non ostile", una carta che elenca dieci princìpi utili ad incoraggiare in Rete comportamenti rispettosi.
Cosa c’è alla base dell’hate speech?
"La diffidenza, innescata dal confronto con persone che hanno caratteristiche differenti rispetto alle proprie. Chi è "diverso" appare strano e, per questo, pericoloso".
Come si fa a non lasciarsi influenzare?
"Se condivise da tante persone, le idee acquistano autorevolezza. Avete mai sentito parlare di "effetto gregge"? È il modo di definire il comportamento per cui le persone in gruppo tendono a seguire gli altri. I ricercatori hanno scoperto che cinque persone-pastore sono in grado di far muovere quasi diecimila persone-gregge. Bisogna, dunque, stare molto attenti e cercare di pensare con la propria testa".
Come si può arginare il fenomeno?
"Imparando, innanzitutto, a gestire nella maniera più sana la rabbia che ognuno ha dentro di sé. Questa è la premessa se si vuole favorire il ridimensionamento delle espressioni violente, sfogo di sentimenti negativi, e nello stesso tempo l’incremento delle parole belle che rendono il mondo un posto migliore e più accogliente".