Firenze, 8 aprile 2024 – “Ci domandiamo come sia possibile che, dopo tante settimane di attesa e di ansia per il futuro dei nostri figli e delle nostre figlie, si riceva così sotto un gazebo adibito al tesseramento di un partito politico, la risposta all'interrogazione che ci ha tenuto tutti e tutte col fiato sospeso ormai per quasi quattro mesi. In ballo c'è il futuro e la salute delle nostre creature che continuano a essere strumentalizzate per scopi politici”. È quanto si legge in una lettera aperta sottoscritta da alcuni genitori di persone transgender, dopo la diffusione dei primi esiti dell'ispezione del ministero della Salute al centro di Careggi da parte del senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
"Come genitori - continua la lettera - ci sembra che sia inaccettabile comunicare la risposta dell'interrogazione in una sede del genere senza che peraltro nemmeno ne fosse informata previamente l'azienda ospedaliera Careggi. Esattamente come è inaccettabile che nei giorni scorsi siano state fatte innumerevoli audizioni che riguardano le vite dei nostri figlie e delle nostre figlie senza che nessuno di noi sia stato interpellato, come se non fossimo i maggiori esperti in questione”.
Secondo i genitori "sicuramente l'Azienda ospedaliera Careggi, del cui buon operato noi come utenti restiamo certi, risponderà nella maniera adeguata al risultato dell'ispezione come ha risposto in maniera adeguata alle innumerevoli richieste di tutte queste settimane, ma certamente noi famiglie in quanto esseri umani meritevoli di rispetto e cittadini e cittadine di questo paese che dalla politica dovrebbero essere rappresentati e protetti, chiediamo di essere trattati con serietà e sensibilità cosa che non è avvenuta”.
Anche la Sie, Società italiana di endocrinologia, è intervenuta nuovamente sul centro di Careggi. L’appello degli esperti è quello di “non ideologizzare” un tema così delicato. “La Sie – sottolinea il presidente Gianluca Aimaretti – è una società scientifica e noi per qualsiasi tavolo tecnico-scientifico con esperti, che discuta di queste cose, ci siamo. Se dobbiamo scendere sul terreno di uno scontro politico-ideologico, non siamo l'interlocutore giusto". Questa vicenda è stata politicizzata? "Direi forse più ideologizzata", ragiona Aimaretti. "Nel senso che si rischia di prendere un po' una posizione per cui 'maschio o femmina ti hanno creato e come tale devi rimanere', non considerando che esiste un mondo sul quale mi rendo conto non sia così facile fare dei ragionamenti o avere delle idee chiare, però esiste". In Italia, continua il presidente Sie, "sostanzialmente esistono 4-5 grandi centri che si occupano di problematiche legate all'identità di genere: uno è quello di Firenze, poi c'è a Roma, a Napoli, a Torino. Il problema" di cui si dibatte "riguarda una porzione di questa popolazione" di persone. "E le società scientifiche, come quella che presiedo in questo momento, insieme hanno sviluppato delle linee guida, dei protocolli di intervento molto chiari e molto precisi". "Mi sembra che questi percorsi fossero seguiti anche al Careggi. La Regione Toscana poi ci dirà se c'è stata qualche deviazione, vedremo. Dal mio punto di vista - aggiunge Aimaretti - c'è la consapevolezza che questi sono dei professionisti che per tutta la vita hanno speso il loro tempo su questo tipo di problematiche, e sicuramente lo hanno fatto bene. Se hanno fatto delle differenze, se hanno preso delle scelte, ci saranno delle motivazioni. Ma questo, ripeto, lo vedremo. Il problema era comunque ben definito e perimetrato nel modo giusto dalle società scientifiche con le linee guida e i documenti di consenso, dal Comitato nazionale di bioetica che aveva espresso parere positivo riguardo all'utilizzo della triptorelina. E faccio fatica a capire perché c'è tutta questa storia in piedi. E' un problema sicuramente importante, ma teniamo conto anche di tutti i problemi importanti che girano attorno al mondo della salute".
Detto questo, puntualizza il presidente degli endocrinologi, "noi siamo disponibili, e lo abbiamo già detto, a rivedere tutte le documentazioni, le determine Aifa e quant'altro, e aggiornare. Funziona sempre così nella scienza ogni qualvolta passa il tempo e si conoscono e si approfondiscono più aspetti. Riguardo nello specifico alla triptorelina, è un farmaco che utilizziamo da tanti anni nella pratica clinica dei bambini con sviluppo puberale anticipato o nei maschi con tumore prostatico. Non è che siano farmaci nuovi".
Per la disforia di genere "era stata fatta una scelta - ricorda Aimaretti - in accordo anche con quello che succede in altre nazioni europee. E noi siamo aperti e disponibili a sederci a qualsiasi tavolo tecnico scientifico a lavorare. Come rispondiamo alle richieste di documentazione relativa ai disturbi dell'identità di genere. Anche ieri è arrivata alla segreteria della Sie una richiesta simile da parte di due deputati. Su questo noi diamo la massima disponibilità - assicura lo specialista - Personalmente, poi, trovo che su un argomento del genere non si debbano scatenare delle guerre politiche, ma lasciare ai professionisti la possibilità di lavorarci. E' giusto che il politico dica: ci sono dei professionisti e sento la loro opinione, vado avanti secondo loro opinione, sennò tutto diventa opinabile". Ma la risposta degli esperti a un tavolo tecnico di lavoro, peraltro già annunciato dai ministri della Salute e della Famiglia Orazio Schillaci ed Eugenia Roccella, sarà sempre sì. "So che si sta chiedendo a varie figure di partecipare, ma come società scientifica ufficialmente non mi è arrivata richiesta. Aspettiamo", conclude il presidente Sie.