Firenze, 23 gennaio 2024 – Delle attività e i percorsi clinico assistenziali per la disforia di genere si occupa un Centro specializzato nell’ospedale di Careggi. Qui, fra oggi e domani, ispettori ed esperti del ministero della Salute sono impegnati ad avviare un confronto sui percorsi relativi al trattamento dei bambini con disforia di genere e all'uso del farmaco triptorelina.
“Il Centro è riconosciuto a livello nazionale ed europeo come un'eccellenza. Le attività e i percorsi clinico assistenziali sono svolti in applicazione della normativa vigente, delle raccomandazioni scientifiche nazionali e internazionali nonché, per il trattamento farmacologico, della determina Aifa. Crediamo nel confronto e nella trasparenza e per questo la direzione aziendale e i nostri professionisti stanno collaborando con gli ispettori del Ministero che stanno conducendo l'audit”. Così l'assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini.
Il Centro a Careggi: cos’è e di cosa si occupa
“Il Centro è composto da una equipe multidisciplinare di professionisti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi che svolge un'attività integrata assistenziale e di ricerca relativamente all’Incongruenza/ Disforia di genere e agli Stati Intersessuali in età adulta e in età evolutiva.
Nel centro opera un team multidisciplinare composto da endocrinologi, psicologi, psicoterapeuti e psichiatri, che lavora in stretta collaborazione con tutte le figure professionali che possono essere coinvolte nel percorso (ginecologo, urologo, chirurgo plastico, foniatra, logopedista, radiologo, neuropsichiatra infantile, bioeticista, dermatologo). Il centro opera in accordo con le linee guida internazionali della World Professional Association for Transgender Health (WPATH) e della Endocrine Society (ES).
In particolare, la SOD di Andrologia, Endocrinologia femminile e incongruenza di genere opera all’interno di una rete regionale - di cui è altresì coordinatrice - istituita al fine di ottimizzare l’assistenza delle persone con incongruenza di genere in età adulta e in età evolutiva (Centro di coordinamento Regionale per le problematiche sanitarie relative all'Identità di Genere, CRIG; Delibera Regione Toscana N. 907 del 06-08-2018).
Il centro di Careggi offre anche percorsi specialistici di presa in carico medica e psicologica delle persone con condizioni intersessuali", si legge nella pagina web dedicata sul sito dell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi.
Età media dei pazienti che accedono al Centro
Ad oggi, l'età media dei pazienti che accedono al Centro regionale per l'incongruenza di genere (Crig) presso l'Azienda ospedaliero universitaria di Careggi a Firenze è “di 14,8 anni e quella dei casi per i quali risulta necessario il trattamento farmacologico è di 15,2 anni. Fa sapere in una nota la Regione Toscana.
Gli accessi nel 2022 e nel 2023
Nel 2022 ci sono stati 60 accessi e 18 prescrizioni per il trattamento farmacologico. Nel 2023 gli accessi sono stati 150 e le prescrizioni 26”. Si legge ancora nella nota della Regione Toscana che riassume i contenuti della relazione inviata al ministero della Salute riguardo al trattamento dei bambini con disforia di genere e all'uso del farmaco triptorelina. Il Crig, si spiega, “ha aggiornato le proprie procedure interne di funzionamento in seguito alla pubblicazione della determina Aifa n.21756/2019” e le attività clinico assistenziali sono svolte, in applicazione della normativa vigente, delle raccomandazioni scientifiche nazionali e internazionali".
Il percorso
Per quanto riguarda il percorso di accesso lo psicologo "valuta nel corso di varie sedute, nell'arco di circa un anno, se il paziente soddisfa i criteri diagnostici per la disforia di genere” e in caso contrario viene “dimesso o inviato al neuropsichiatra di riferimento”. Se invece l'adolescente soddisfa i criteri per la diagnosi di disforia di genere, “l'utente e la famiglia continuano a ricevere regolari colloqui psicologici di sostegno e psico-educazione” con “attivazione concomitante dell'equipe multidisciplinare e specialistica” che “ha il compito di confermare la diagnosi di disforia di genere analizzando ogni singolo caso e confermando la mancata efficacia della precedente assistenza psicologica, psicoterapeutica o psichiatrica”. A quel punto, continua la nota della Regione, “la famiglia e l'adolescente sono presi in cura dall'endocrinologo” che esegue la visita e richiede gli “accertamenti diagnostici previsti per l'eventuale prescrizione del farmaco, previo il consenso informato di entrambi i genitori e dell'adolescente. Coloro a cui viene prescritto il farmaco - si conclude - sono inseriti in un percorso di follow-up clinico medico e psicologico come da determina Aifa”.