Dissesto della Silo. Cft, crac della controllata. Il pm: "In 16 a processo"

La procura ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex vertici del colosso della logistica. Nel mirino alcune operazioni della vecchia gestione. In aula a dicembre. .

Dissesto della Silo. Cft,  crac della controllata. Il pm: "In 16 a processo"

Il pubblico ministero Christine Von Borries, titolare dell’inchiesta sul fallimento della controllata Cft Silo, ha chiesto il rinvio a giudizio per sedici imputati

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Operazioni dolose dietro al crac della Silo, la controllata, fallita nel 2019, del consorzio Cft, il gigante della logistica con sede a Novoli che dà lavoro a circa 1300 persone.

Il pm Christine Von Borries ha chiesto il rinvio a giudizio per sedici persone, compresi i vertici della gestione interrottasi nel 2018 con l’apertura di un nuovo ciclo. Anzi, fu proprio quel rinnovato consiglio a tagliare nettamente i conti con il passato e compiere alcune azioni in autotutela che hanno anche innescato questo procedimento. La procura vuole il processo per tutti i 16 imputati, ma ieri mattina, nella prima udienza della preliminare, il gip Gianluca Mancuso ha rinnovato l’appuntamento al prossimo 19 dicembre per alcuni problemi di notifica.

Il crac Silo. Causazione dolosa del dissesto, distrazioni, la fusione con Mito, falso in bilancio e altro.

Dietro alla bancarotta della controllata, dichiara fallita dal tribunale nell’aprile del 2019, con un passivo di oltre 50 milioni, ci sono il cuore delle accuse mosse all’ex presidente del Cft (in carica dal 2010 al 2018) Leonardo Cianchi, e ad altre figure di spicco della passata gestione del consorzio che rivestivano ruoli anche nelle controllate Silo e Mito, oggetto del procedimento, come Osvaldo e Massimo Innocenti, Claudio Torchia, Riccardi Maggi, Ivan Solaro, Ciro Elia, Stefano Sabatini e Andrea Paoli.

Nel mirino della Guardia di Finanza, che ha spulciato conti e intrecci tra una galassia di società nell’orbita Cft (ci sono anche la Mediterranea Trasporti, la Global Supply Chain e la Greeco) e pure alcune operazioni di cessione crediti compiute con una società bulgara. Ma forse l’azione devastante, stando alle imputazioni, fu la fusione della Mito nella Silo, con cui la seconda si accollò oltre 4 milioni di debiti che la prima nutriva nei confronti di Cft. L’insieme di queste operazioni portò al dissesto Silo. Azioni compiute con dolo, secondo le accuse a cui i difensori dei 16 imputati (tra questi gli avvocati Luca Bisori, Niccolò Bellagamba, Filippo Cei, Marianna Poletto) sono pronti a replicare.