REDAZIONE FIRENZE

Ditte ’apri-chiudi’, un’altra frode fiscale

Agli arresti domiciliari un imprenditore e due ragionieri che avevano creato un sistema illecito

Si chiama ’Schema apri-chiudi’: si avvia l’azienda, si fanno dichiarazioni parziali, a fine anno. Non partono Alert di controllo dell’amministrazione fiscale. Si va all’anno successivo e niente versamento Iva. Entro dicembre l’azienda chiude. Ora l’Iva è trimestrale, ma non c’è il tempo di scoprire la differenza tra semplici mancati versamenti e l’adozione di uno schema criminale più ampio. Il debito erariale consistente resta lì. E l’Erario resta all’asciutto. "Se non scatta una verifica – spiega il maggiore Vincenzo Rosanelli, comandante del 2° Nucleo operativo metropolitano (Nom) della Guardia di Finanza – c’è la possibilità di andare avanti all’infinito, o quasi. Le aziende chiudono per modo di dire, c’è un’attività ciclica, sostitutiva. Macchinari e maestranze sono gli stessi, la sede pure. Cambia solo l’insegna. Ne abbiamo altra prova indiretta quando osserviamo che non sono cambiati i contratti di fornitura elettrica.

Ieri il Nom su ordine del gip Antonella Zatini e richiesta del pm Christine Von Borries ha arrestato (ai domiciliari) Wan Ci Wu, 27 anni, cinese di seconda o terza generazione, nato a Firenze, imprenditore, produce capi di abbigliamento. Bancarotta fraudolenta, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Gli affari andavano forte con l’apporto decisivo di unCed. Di due ragionieri, anch’essi ai domiciliari: Stefano D’Amico, 54 anni, di Prato e Alessandra Pratesi, 55, di Campi. L’accusa: esercizio abusivo delle professioni di dottore commercialista e di esperti contabili "sebbene autorizzati alla sola elaborazione e trasmissione dei dati fiscali davano ai clienti consulenze fiscali e di diritto del lavoro, facevano bilanci". Erano diventati così importanti da architettare il sistema-fraudolento "elaborando e consigliando metodi e sistemi illeciti per far abbattere i redditi". Tipo l’utilizzo delle fatture false: giustificano "false uscite per far pagare meno imposte – dice il maggiore Rosanelli – i pagamenti, con bonifici, sono regolari. A chi paga vengono restituiti contanti.Così si abbatte l’imponibile. E circola denaro cash, a nero. Doppio vantaggio". Indagato M.M. 61 anni, di Terranuova Bracciolini, commercialista iscritto all’Albo: "dirigeva, agevolava e favoriva l’attività di Pratesi e D’Amico" eppure sapeva che non avevano i requisiti per fare i commercialisti". Un esperto contabile, N.M, di Pistoia, 61 anni, è denunciato in concorso. 17 gli indagati. Molti i cinesi prestanome, pagati a prestazione, lesti a eclissarsi: dipendenti consapevoli, parenti e affini. Certuni condizionati dallo stato di necessità: un no alla frode poteva costare il licenziamento.

L’indagine _ Tre anni di lavoro per i tre anni (2019-2021) oggetto dell’accertamento. Imposte evase per 5,5 milioni. Cifra destinata quasi a raddoppiare per interessi, more, sanzioni.

Il sequestro di beni _ Sequestrati dalle Fiamme Gialle 5 immobili riferibili agli indagati per 1.400.000 euro. Sono a Firenze, Prato, Pistoia, Siena. Più dieci macchine, anche Jaguar, Maserati, Bmw, Mercedes di alta gamma. Più conti correnti, quote societarie (c’è il capitale versato), titoli in deposito.

giovanni spano