ANTONIO PASSANESE
Cronaca

Firenze, stop ‘città mangiatoia’. Divieto di nuove licenze anche fuori dal centro

Si parte da via Gioberti. Palazzo Vecchio ha aperto un confronto con le associazioni di categoria. Nei prossimi giorni verrà stilata una mappa delle strade da tutelare. Non sarà più possibile aprire ristoranti, minimarket, paninoteche e kebab

In via Gioberti non sarà più possibile aprire attività di somministrazione

In via Gioberti non sarà più possibile aprire attività di somministrazione

Firenze, 4 ottobre 2024 – Divieti di apertura di nuove attività di somministrazione e di commercio di bevande e generi alimentari anche in zone della città esterne all’area Unesco. Stop quindi a nuove licenze di bar, ristoranti o esercizi (come ad esempio minimarket e kebabbari), negli altri quattro quartieri della città, dato che nel centro storico i divieti sono già in vigore grazie al regolamento Unesco e a una serie di azioni portate avanti dall’ex sindaco Dario Nardella. Il Comune di Firenze, primo in Italia, sta predisponendo il piano in accordo con le associazioni di categoria – Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato e Cna – che lo scorso venerdì hanno già partecipato ad un primo incontro con l’assessore allo Sviluppo economico e al Turismo Jacopo Vicini e con gli uffici dell’amministrazione.

Una delle strade in cui tra meno di un mese scatteranno i divieti sarà via Gioberti. L’individuazione della aree interessate dal piano sarà il risultato di proposte in condivisione con le attività commerciali e imprenditoriali lì presenti, con i presidenti dei Quartieri e con la Commissione consiliare Sviluppo economico. L’assessorato durante il primo incontro ha anche chiesto alle categorie di proporre eventuali ulteriori vie in cui estendere i divieti. Nei prossimi giorni il Comune incontrerà di nuovo le categorie dopodiché, quando sarà definito l’elenco delle strade, verrà avviato l’iter che porterà entro novembre all’approvazione di un atto da parte del Consiglio Comunale. L’estensione dei divieti al di fuori del centro storico è possibile grazie alla legge 214 del 2023, che modifica la legge Bersani del 2011 e dà ai Comuni, d’intesa con le associazioni, la possibilità di procedere con questo tipo di atti regolamentari.

Secondo una prima ipotesi condivisa anche con le categorie economiche, Palazzo Vecchio potrebbe intanto disporre questo tipo di divieti per un periodo sperimentale; questo permetterebbe di valutarne l’efficacia, o di disporre eventuali correzioni laddove si ritenesse necessario, nel pieno corso dell’attuale legislatura.

“Ci siamo quasi, a breve andremo ad attuare uno degli impegni del programma elettorale della sindaca Funaro”, dice l’assessore allo Sviluppo economico e al Turismo Jacopo Vicini. “Gli obiettivi sono la tutela della vivibilità della nostra città, la salvaguardia delle esigenze dei residenti che hanno bisogno di negozi di prossimità vicino casa, la valorizzazione dei negozi storici cittadini che potrebbero essere messi a rischio dall’apertura di nuove attività di somministrazione di cibi e bevande”.

Per l’assessore Vicini, l’obiettivo condiviso è quello di evitare la nascita di altre strade alla stregua di via dei Neri, via Sant’Agostino, via Faenza e molte altre (dove ormai l’unica attività merceologica riguarda il cibo) così da armonizzare sempre più le esigenze di chi in città ci vive, di chi ci lavora, di chi è qui per visitarla “per favorire la diversificazione economica. Interverremo subito, primi in Italia, perché attuare tempestivamente questo piano potrà prevenire rischi di impoverimento del tessuto commerciale in queste zone. Ci diamo tempo per un primo periodo sperimentale, poi se necessario, insieme al Salone de’ Dugento, potremo intervenire per migliorare ulteriormente questo piano”.