Don Gherardo va a Sollicciano: "Il carcere è una mia priorità. Diamo più spazio ai volontari"

L’ultima visita da cappellano, "ma da vescovo tornerò a Natale e il Giovedì Santo per la lavanda dei piedi". All’incontro più di 40 detenuti e il personale: "È importante avere buone relazioni: l’unione fa la forza".

Don Gherardo va a Sollicciano: "Il carcere è una mia priorità. Diamo più spazio ai volontari"

Don Gherardo va a Sollicciano: "Il carcere è una mia priorità. Diamo più spazio ai volontari"

Non perdere mai di vista la dignità e il rispetto della persone, ottenere condizioni umane di detenzione, avere buone relazioni fra tutti coloro che operano all’interno del sistema carcere e creare più spazi per i volontari. Nella sua ultima visita a Sollicciano da cappellano delle carceri, prima di ricevere lunedì l’ordinazione episcopale, l’arcivescovo eletto, don Gherardo Gambelli, 55 anni domenica, originario di Castelfiorentino, ha incontrato i carcerati: "È stato un momento di preghiera, perché alla fine del percorso fatto sulla catechesi in carcere è prevista la consegna della Bibbia. - ha detto a Radio Toscana - La parola di Dio viene offerta come qualcosa che nutre il cammino di fede delle persone che hanno frequentato gli incontri e proprio nella Parola trovano una luce e una forza, che è la forza della speranza della fede che permette loro di sostenere la prova difficile della detenzione".

"Quando c’è un cuore che è riempito dell’amore di Dio questo diventa veramente motivo per sperare, - ha proseguito - perché come tante volte ci dice Papa Francesco, se si chiude la speranza in carcere non c’è futuro per la società".

All’incontro hanno partecipato più di quaranta detenuti, "un momento di preghiera molto commovente in cui le persone hanno ascoltato la Parola di Dio e poi un momento conviviale in cui ci siamo salutati, per me era l’ultima presenza come cappellano, ma come ho già detto anche da vescovo sarò molto attento a visitare i carcerati perché lo sento come una priorità per la nostra Chiesa. Ci saranno almeno due momenti, Natale e il Giovedì Santo con il rito della lavanda dei piedi. Vorrei anche potenziare la presenza della diocesi attraverso i volontari. Già ci sono i volontari del Cammino Neocatecumenale, della Comunità di Sant’Egidio, della Caritas; quello che vorrei fare è lavorare sempre più in coordinamento perché l’unione fa la forza. Il Cammino sinodale ci ricorda che dobbiamo camminare insieme con le realtà del mondo, ci sono tante associazioni che fanno cose belle. Le sfide sono tante, non ultima quella del caldo che rende la detenzione veramente difficile".

I detenuti hanno salutato con calore don Gambelli: "Hanno manifestato gioia, entusiasmo, incoraggiamento". I problemi però non mancano: "C’è il sovraffollamento, il periodo estivo vede mancanza di personale e incontriamo difficoltà per tante attività. Purtroppo l’educazione è un’emergenza e la rieducazione è ancora di più e perché richiede una grande attenzione alla dignità delle persone che va rispettata".

Duccio Moschella