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Don Patriciello a Firenze: “Paura? Ogni giorni ci sono morti sul lavoro”

Il parroco di Caivano: “Le minacce ricevute? Volevano una cosa più importante del denaro, mettere a tacere una voce libera”

Firenze, 24 maggio 2024 – “Sono un prete, la mia è una missione, ma in fondo è pure un lavoro, perché 35 euro al giorno la Chiesa me li dà, di fame non muoio. Quante persone sono morte l'anno scorso e anche in questi giorni sul posto di lavoro? Se c'è un rischio, lo corre anche una persona che di lavoro, tra virgolette, fa il prete. Bisogna mettere in conto pure questo. Speriamo non succeda”. Lo ha detto questa sera il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, durante un dibattito a Firenze al Festival della legalità, organizzato dall'associazione “Il gomitolo perduto”, rispondendo a una domanda se avesse o meno paura per le minacce ricevute e che da due anni lo hanno costretto a vivere sotto scorta.

"Se la paura serve a essere più prudenti, a non essere incoscienti, Dio sia benedetto per la paura”, aveva affermato poco prima. “Ma se la paura mi deve bloccare in quelli che sono i grandi progetti e aspirazioni della vita no, questa paura non ci deve essere, anche se so che allora può capitare qualcosa di brutto”.

Tornando alle minacce di cui è stato oggetto, "mi sono chiesto cosa volessero da me, perché i soldi non li ho. Volevano una cosa più importante - ha sottolineato don Patriciello - mettere a tacere una voce libera. Io non ho niente da difendere, non ho figli da mandare in parlamento o a cui assicurare la carriera e so vivere con un panino. Ma se si mette a tacere una voce libera, abbiamo perso tutti”.

"Sono stato fatto parroco in quartiere popolare, brutto, ma ricco di umanità. E se è brutto non è colpa loro”, di chi lo abita, “bensì di chi lo ha pensato, ammassando in solo posto tutti i poveri dei quartieri poveri in un solo posto. Di questo quartiere De Luca ebbe a dire lo scorso 'A Caivano lo Stato non c'è, stop'. Che lo dica mia mamma o mia nonna va bene, non il governatore della Campania, è inaccettabile”, ha continuato - Poi, quando ho scritto a Giorgia Meloni dicendole che qui, a Caivano, è una zona franca, lei ha risposto che in Italia non ce ne debbono essere. È una cosa giusta, l'ho ringraziata ed ecco che sono stato ribattezzato come prete di destra”.

"Ma lasciateci avere le mani libere - l'appello dal palco - Conviene a tutti avere i preti con una voce libera, non andranno a candidarsi, vogliono solo il bene di questa povera gente”.