LUCA BOLDRINI
Cronaca

Niccolò, il più giovane dell'Avis di Firenze. "Donare sangue è giusto"

Il 18 agosto è diventato maggiorenne, a settembre la sua prima donazione. "Mi sono sentito subito bene"

Niccolò Lai con Stefania Saccardi a Palazzo Vecchio (foto Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 24 novembre 2019 - "Ho sentito che era qualcosa di giusto e, subito dopo, ero felice di averlo fatto". NIccolò Lai è uno di quei ragazzi che ti fa sperare nel futuro con un po' più di ottimismo. Ha 18 anni ed è il donatore di sangue più giovane dell'Avis di Firenze, tanto da essere "celebrato" a Palazzo Vecchio durante la Festa del donatore Avis di pochi giorni fa.

Un ragazzo pieno di impegni e di interessi, oltretutto studente pendolare (per scelta): appassionato di motori e di musica, trombettista, ha scelto di frequentare l'istituto" Tullio Buzzi" di Prato, di fatto la "università del tessile", scegliendo l'indirizzo meccanico. "Mio nonno, Paolo Lenzi, pratese, lavorava nel tessile e al tempo della scelta delle superiori mi consigliò di andare all'open day del Buzzi. Fu un colpo di fulmine e, adesso che sono all'ultimo anno, posso dire di essere felice di aver fatto quella scelta". Eppure tra gli impegni personali, la passione per la meccanica, lo studio con la maturità incombente, Niccolò non ha avuto dubbi e a settembre è diventato il donatore di sangue più giovane di Firenze. E lui stesso ci racconta come si è avvicinato all'Avis: "Sono figlio di un donatore di sangue, ma in realtà la decisione è stata frutto di una mia riflessione personale, è stata una cosa mia", spiega, e poi continua facendoti capire come un ragazzo normale possa anche essere speciale: "Non so, sentivo che era semplicemente qualcosa di giusto da fare. Il 18 agosto ho compiuto 18 anni e il 22 settembre ho fatto la mia prima donazione, una sacca di sangue intero. Com'è stato? Ho sentito che stavo dando qualcosa di mio e mi sono sentito subito benissimo":

In queste settimane si è riflettuto assai, tra i donatori di sangue, sul problema di questi anni: la popolazione invecchia e ci sono sempre meno giovani in giro, così il ricambio generazionale nelle associazioni Avis, Fratres, ecc.) è sempre più difficile. Il 2019 a Firenze potrebbe chiudersi con un preoccupante calo delle donazioni a fronte di una medicina sempre più raffiata e di un'età media della popolazione sempre più avanzata. Ecco perché Niccolò può essere un esempio anche per molti suoi coetanei: "Lo spero - dice lui - la mia generazione è un po' spenta, fissata coi telefonini e la tecnologia, io per primo eh... Avvicinarsi alla donazione di sangue è un modo per fare qualcosa per gli altri ma anche per sé stessi. Vorrei far capire che è davvero bello fare un regalo anonimo e disinteressato con la donazione, sai che aiuti qualcuno che non conosci e che ha bisogno a stare meglio".

E pazienza se qualcuno fa ironia sulla sua scelta, anziché prenderne esempio: quando si è giovani è normale così. "Sì, c'è chi mi ha preso un po' in giro, ma solo perché non ha capito quanto valga la donazione e come sia semplice. Un quarto d'ora al centro trasfusionale e via, che ci vuole?". Già, che ci vuole?