Firenze, 27 dicembre 2024 – Un anno fa, nel 2023, Matteo Racheli aveva “contribuito con un’importante donazione alla realizzazione della recovery Room all’interno del blocco operatorio del Meyer”. Oggi la figlia di Racheli, morto insieme alla compagna e al suo primogenito, si è svegliata in quell’ospedale dopo una settimana di ricovero. Il monossido ha ucciso la sua famiglia: Elio, il fratellino di 11 anni, la madre Margarida Alcione e appunto il padre, Matteo. Ignoto benefattore per i più, almeno fino a oggi quando la stessa struttura non ha scelto di far conoscere il grande gesto di amore fatto da Matteo per i bambini ricoverati al Meyer.
La recovery Room all’interno degli ospedali è la sala che accoglie i pazienti prima che vengano sottoposti a un intervento chirurgico o che necessitano di un monitoraggio continuo dei parametri vitali nell'immediato periodo post-operatorio. Quella del Meyer è ovviamente creata ad hoc per i piccoli.
La tragedia di San Felice a Ema ha lasciato scampo solo alla secondogenita di Racheli. La piccola ha lottato per giorni: oggi, secondo quanto spiegato nel bollettino sanitario, si è svegliata ed è fuori pericolo di vita. Unico raggio di speranza in una tragedia inumana che lascia senza parole. Forse l’unica da pronunciare resta il sincero “grazie” per la generosità che Matteo Racheli ha dimostrato nei confronti del Meyer e dei piccoli pazienti.