Elettra Gullè
Cronaca

Donazione di midollo osseo, Admo: “In Toscana ancora pochi donatori”

Alessandra Campagnano: “Facciamo leva sull’entusiasmo dei giovani che incontriamo nelle scuole e all’università”. Ecco come si diventa donatori e alcuni miti da sfatare

Iniziativa Admo a Viareggio

Iniziativa Admo a Viareggio

Firenze, 21 ottobre 2024 - “Con la donazione di midollo osseo si può ridare una speranza di vita a chi non ce l’ha più. Si tratta di un gesto di immenso valore. E siccome la compatibilità genetica è rara, persino tra familiari, ogni nuovo donatore rappresenta una speranza in più per chi è malato”. Alessandra Campagnano è dall’8 giugno presidente regionale di Admo Toscana. “Dopo un lungo periodo di vicepresidenza e tanti anni di volontariato nel mondo della donazione del sangue, per me è una grande soddisfazione. Le emozioni sono tante e, soprattutto, c’è il desiderio di vincere sfide importanti, in primis quella di aumentare il numero di iscritti al registro dei donatori di midollo osseo”.

Quale è la situazione in Toscana?

“Non buona. La Toscana ha un livello basso di rapporto tra i possibili donatori e quelli effettivi. L’indice di donazione, riferito al 2023, è del 6%. Davvero poco. Per questo c’è assoluto bisogno di nuovi iscritti. Se guardiamo ai numeri, nella nostra regione al 31 agosto scorso abbiamo un totale di 2636 donatori presenti nel registro. Per quanto riguarda i volontari, il numero è flessibile: sono intorno ad un centinaio”.

Chi può diventare donatore di midollo osseo?

"Può iscriversi al registro chi è in buona salute e non ha comportamenti a rischio, pesa almeno 50 chili e ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Si rimane però iscritti fino ai 55 anni, età oltre la quale si viene cancellati automaticamente. I trapiantologi cercano soprattutto donatori giovani, poiché le loro cellule sono più reattive. Ma, in caso di compatibilità con un paziente, si può esser chiamati fino ai 55 anni, anche se è raro”.

Quali sono le modalità di prelievo del midollo osseo?

"Ci sono due principali metodi di prelievo. Il primo, più antico, consiste nel prelevare il midollo dalle creste iliache (le ossa delle anche) attraverso un intervento in anestesia. Il secondo, oggi il più comune, avviene tramite il prelievo di cellule staminali dal sangue periferico. Insomma, un metodo simile alla donazione del plasma. Al donatore viene prima somministrato un farmaco che stimola le cellule staminali a emergere in superficie nel sangue, da dove vengono poi raccolte. Questa procedura, che non richiede ricovero e che si svolge nei centri trasfusionali, rappresenta oltre il 90% delle donazioni attuali. C'è inoltre una piccola percentuale di donazioni da sangue cordonale, raccolto dal cordone ombelicale dopo il parto”.

Esistono falsi miti legati alla donazione di midollo osseo?

"Sì, ce ne sono molti. Il più diffuso è la confusione tra il midollo osseo e quello spinale, che genera paura tra le persone. Inoltre, la prospettiva del ricovero spaventa alcuni potenziali donatori. Tuttavia, anche chi ha donato col metodo più antico ripeterebbe l'esperienza senza esitazioni. Oltretutto, il nostro sistema sanitario segue i donatori in modo scrupoloso. Il metodo più recente, che prevede il prelievo dal sangue, genera meno timore, ma la paura degli aghi permane e, per alcuni, rappresenta un ostacolo insormontabile. Purtroppo”.

Cosa fate per trovare nuovi volontari?

“Siamo molto attivi all’interno delle scuole e delle università. Per esempio, lo scorso maggio nella sede di Novoli, a Firenze, abbiamo svolto un evento che è stato molto partecipato. E la scorsa settimana i nostri volontari sono andati a trovare gli studenti delle superiori di Cecina. Hanno programmato ben 31 nuove iscrizioni al registro. Come dire, l’entusiasmo tra i i giovani c’è. E noi dobbiamo far leva su quello. Attirando i giovani, facendo loro capire l’altissimo valore del gesto, possiamo sperare di diffondere il buon esempio tra gli altri ragazzi. Durante la campagna ‘Match it now! Non c’è due senza te’, che si è svolta di recente, abbiamo organizzato diverse iniziative nei centri trasfusionali toscani. E ci rincuora sapere che, solo durante gli eventi esterni di sensibilizzazione che si sono svolti a Viareggio, Prato e Montemurlo, abbiamo trovato ben 89 nuovi donatori”.

Una persona può farsi avanti anche spontaneamente?

“Certo! Si può scrivere ad [email protected] o iscriversi su www.donatoriadmo.org, dove ci sono i vari moduli da compilare. L’aspirante donatore viene poi contattato e visitato da un medico, che farà un prelievo del sangue per estrapolare il dna, che viene poi comunicato al registro nazionale, che gestisce le eventuali necessità. Il donatore ed il ricevente compatibile possono vivere anche ai capi estremi del mondo. Per questo ci sono degli ‘angeli’, delle persone che portano in ogni angolo del globo le sacche. A Firenze abbiamo la sede del nucleo operativo di protezione civile, che si occupa di questo a livello mondiale, che è presieduto da Massimo Pieraccini”.

Quali iniziative state organizzando per il futuro?

“Svolgiamo regolarmente incontri e iniziative di sensibilizzazione e promozione nelle scuole e nelle università, poiché vogliamo coinvolgere sempre più giovani. A maggio abbiamo organizzato un evento all'università di Novoli, mentre i nostri volontari sono andati nelle scuole di Cecina, dove hanno registrato 31 nuovi iscritti. Vediamo che i giovani hanno un grande entusiasmo e cerchiamo di sfruttarlo per ampliare la nostra rete di donatori”.

Che messaggio vorrebbe lasciare ai potenziali donatori?

"Donare il midollo osseo può salvare la vita a qualcuno. La donazione è anonima, volontaria e gratuita. Nessuno ricevente saprà mai chi è stato il suo donatore. E viceversa. E’ importante che chi sceglie di iscriversi al registro sia consapevole dell’impegno e lo porti a termine. Per qualcuno, il nostro gesto può fare la differenza tra la vita e la morte”.

Info: https://www.admotoscana.it/