Firenze, 11 ottobre 2023 – Una maxi donazione da un milione di dollari per realizzare il nuovo allestimento del Corridoio Vasariano, del quale sono attualmente in corso i lavori. Lo ha donato la Edwin L. Wiegand Foundation di Reno, nello stato del Nevada, rappresentata da Raymond Avansino, chair and chief executive officer, e da Marisa Avansino, co-vice chair and president.
La firma dell’accordo si è tenuta nell’auditorium Vasari delle Gallerie degli Uffizi. “Ringrazio di cuore Raymond e Marisa Avansino e la Edwin L. Wiegand Foundation: la loro generosa donazione sarà impiegata per completare il restauro del Corridoio Vasariano – dice il direttore Eike Schmidt - In particolare, verrà utilizzata per realizzare gli allestimenti che lo renderanno un vero cammino della memoria, dalle epigrafi romane e i ritratti in marmo dell’Antichità classica agli affreschi staccati del Cinquecento, dallo spazio commemorativo della Notte dei Ponti (4 agosto 1944) a quello dedicato alla Strage dei Georgofili (27 maggio 1993). Queste aggressioni hanno profondamente ferito il Corridoio Vasariano, insieme a tutta la città di Firenze. Anche alle vittime del 1993 dobbiamo il nostro impegno nel far procedere i lavori, in modo che l’inaugurazione del restauro avvenga in occasione del prossimo anniversario della strage dei Georgofili”.
Nel “nuovo” Corridoio Vasariano non saranno esposti dipinti, per espresso divieto da parte dei vigili del fuoco di introdurre materiale infiammabile. Verrà invece finalmente riportata alla luce la formidabile raccolta di antiche epigrafi marmoree greche e romane degli Uffizi, rimasta fino ad oggi chiusa nei depositi. Si tratta di quasi trecento iscrizioni in marmo, greche e latine, che costituiscono il nucleo principale del museo epigrafico granducale costituito tra Sei e Settecento, con poche aggiunte del primo Ottocento. Si ricompone così una raccolta epigrafica oggetto di larga fama nella letteratura scientifica e dei viaggiatori fin dal ’700; una collezione da annoverare fra le più antiche in un museo pubblico italiano. Le epigrafi rimasero esposte agli Uffizi per quasi tre secoli, fino al 1919, quando la collezione fu smembrata e quindi messa in deposito. La sua ricomposizione nel Corridoio proprio al di sopra di Ponte Vecchio sarà integrata con apparati didascalici adeguati a moderni criteri di accessibilità. Con l’aggiunta di sculture ellenistiche e romane, proprio come avveniva nell’ ‘originale’ Vasariano, il Corridoio diventerà così, in larga parte, un nuovo e appassionante percorso archeologico. Ma non solo: al suo interno ospiterà anche gli affreschi cinquecenteschi (staccati e messi in deposito nell’Ottocento) che un tempo decoravano la parte esterna del passaggio nel tratto affacciato sul giardino di Boboli.
I lavori necessari – e come è emerso dopo l’inizio dei lavori, addirittura urgenti – di restauro seguono quattro obiettivi: migliorare la sicurezza strutturale grazie agli interventi di consolidamento delle strutture murarie; adeguare il fabbricato alle norme di prevenzione incendi attraverso un allestimento privo di materiali incendiabili, la riapertura e messa a norma di collegamenti verticali preesistenti e la realizzazione di nuovi percorsi di emergenza all’interno delle strutture storiche; rendere universalmente accessibile il Corridoio attraverso percorsi pavimentali spianati e la costruzione di ascensori; l’adeguamento impiantistico e il contenimento energetico attraverso la realizzazione di impianti meccanici per la climatizzazione e l’utilizzo della geotermia. L’andamento e le tempistiche dell’intervento, iniziato in piena pandemia alla fine del 2021, hanno risentito della scoperta di danni strutturali che hanno richiesto importanti opere di consolidamento effettuate anche con l’inserimento di numerose catene, in particolare nei punti vulnerati dalle esplosioni del ‘44 e del ’93. Durante i lavori, aspetto positivo, sono stati ritrovate porzioni del pavimento originali del Vasari e di altri elementi cinquecenteschi del Corridoio Vasariano: consistenti porzioni del cotto originale, intonaci antichi, parti di muratura in pietra. Tali ritrovamenti architettonici, la cui importanza storica ha trovato conferma nei dati di archivio, hanno reso necessario progettare e far approvare una variante del progetto, per conservare e lasciare visibili questi elementi originali. I lavori sono adesso arrivati ad un punto tale consentire presto l’allestimento delle opere nei vari tratti del Corridoio Vasariano.