BARBARA BERTI
Cronaca

Donna chiama donna: "Vessazioni e molestie al lavoro come a casa"

Lo sportello della Cgil offre supporto in ambito privato e occupazionale "Una su tre è vittima di part-time involontario. Da noi anche gli uomini".

Il Coordinamento Donne della Camera del Lavoro

Il Coordinamento Donne della Camera del Lavoro

Vessazioni dopo il rientro dalla maternità, molestie, profili di mobbing. Le altre sono perlopiù vittime di violenza o in fase di separazione dal marito. Queste situazioni, e molte altre, vengono quotidianamente prese in carico da ’Donna chiama donna’, lo sportello ideato dal Coordinamento Donne della Camera del Lavoro Metropolitana di Firenze con l’obiettivo di fronteggiare le problematiche di carattere privato e lavorativo delle donne, avvalendosi della collaborazione di esperti. "Lo sportello nasce a metà degli anni Ottanta, la società è cambiata, ci sono state tante evoluzioni ma le donne ancora oggi vengono discriminate sul posto di lavoro e, più in generale, nella società" registra Maria Cristina Arba del Coordinamento Donne della Cgil. "Nel 2023 abbiamo avuto 80 richieste d’aiuto di cui due da uomini mentre l’anno scorso si sono rivolti allo sportello 66 donne e un uomo" spiega la responsabile dello sportello, Sandra Salvadori, specificando che anche "gli uomini hanno problemi sul posto di lavoro come il commesso che è venuto da noi perché preso di mira dalla responsabile: aveva bisogno di un aiuto psicologico".

In ufficio, in azienda o in fabbrica, però, le donne sono in generale la ’parte debole’. "Allo sportello si rivolge anche la donna in carriera che a fine mese deve fare i conti con la busta paga più bassa rispetto al collega uomo con cui divide la scrivania" racconta Arba. Una donna su tre è vittima di part-time involontario, "chiesto magari durante la maternità e poi imposto dal capo" aggiunge Arba ricordando che ancora oggi il mercato del lavoro vive una segregazione che si dispiega lungo due assi: verticale, concernente le disuguaglianze nell’accesso alle posizioni apicali, e uno orizzontale legato alla concentrazione dell’occupazione femminile in specifici settori o in specifiche professioni dove "sono più precarie e sfruttate, magari lavorano a chiamata o a collaborazione". Tra i problemi più sentiti dalle donne anche combinare le esigenze di lavoro con quelle familiari. "Le richieste di un cambio turno o la rimodulazione delle fasce orarie spesso cadono nel vuoto" aggiunge Salvadori. "Si rivolgono a noi anche coloro che subiscono molestie, dalle avance del capo o del datore di lavoro o di terze persone nel caso delle colf e badanti, alle allusioni del collega di reparto. E spesso la donna, dai 20 ai 50 anni, non denuncia perché ha paura di perdere il posto di lavoro" continua Arba.

Lo sportello fornisce, poi, informazioni e consulenza per contrastare ogni forma di violenza sulle donne. "Non ci sostituiamo alle realtà specializzate, come Artemisia, con cui collaboriamo. Per lo più le mettiamo in contatto, spieghiamo i passi da fare. Alle donne che già sono entrate in un percorso di protezione, forniamo assistenza per il reddito di libertà" aggiunge ancora Arba. "Quando una donna si ritrova in una situazione di violenza, fisica o psicologica, diventa fragile e non c’è differenza alcuna tra la manager e l’addetta alle pulizie: entrambe sono disorientate e hanno bisogno di un supporto" conclude Salvadori.

Lo sportello ’Donna chiama donna’ si trova in Borgo dei Greci 3 a Firenze e riceve su appuntamento il mercoledì dalle 15,30 alle 17,30. Info: [email protected].