Donne contro l’apartheid di genere: “Sia riconosciuto come crimine contro l’umanità”

Laura Boldrini sarà presente all’iniziativa di giovedì 3 ottobre a Firenze promossa da Donne insieme per la pace

Presidente del Comitato per i diritti umani Laura Boldrini (foto d'archivio, Ansa)

Presidente del Comitato per i diritti umani Laura Boldrini (foto d'archivio, Ansa)

Firenze 1 ottobre 2024 - Il Governo italiano sostenga l'introduzione dell'apartheid di genere tra i crimini contro l’umanità nella Convenzione Onu. È l’obiettivo della campagna "End gender apartheid". Se ne discuterà domani giovedì 3 ottobre dalle 17.30 al Circolo Vie Nuove, (viale Giannotti 13, Firenze) con la partecipazione di Laura Boldrini, Presidente del Comitato diritti umani della Camera dei Deputati. L’iniziativa è promossa da Donne insieme per la pace, Spazio donne Vie Nuove e Circolo Vie Nuove. Sono previste testimonianze di donne afghane e iraniane, inoltre parteciperanno rappresentanti delle istituzioni locali, della cooperazione internazionale, dell’associazionismo e volontariato, dei sindacati.

I canti del coro delle Musiquorum esprimeranno la vicinanza alle afghane a cui è vietato di far sentire la loro voce dal “Ministero per la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio”, la cui sola esistenza fa rabbrividire. In Afghanistan, da quando sono ritornati al potere i Talebani alle donne è impedito di studiare, lavorare, muoversi, fare sport se non accompagnate da un uomo. Ogni parte del loro corpo deve essere coperto.

“Sappiamo bene che la disuguaglianza di genere è un’ingiustizia che si manifesta in ogni angolo del mondo, e per questo le donne lottano per affermare ovunque la loro piena libertà di decidere della propria vita – spiegano le promotrici dell’iniziativa -. Ci sono Paesi, purtroppo, come l’Afghanistan, l’Iran, l’Arabia Saudita o lo Yemen dove l’essere donna è di per sé fonte di violenta persecuzione attuata tramite un sistema di dominio e di segregazione istituzionalizzato. È il momento che questa apartheid di genere sia riconosciuta come crimine di diritto internazionale per colmare il vuoto nell'attuale sistema giuridico globale. Nessuno deve permettersi di violare, cancellare, ridurre al silenzio o escludere persone a causa del loro genere. È il momento in cui la comunità internazionale si unisca per far sentire la propria voce affinché siano isolate e combattute queste forme di cancellazione e affermare il diritto di vivere e convivere in pace e in libertà”.