REDAZIONE FIRENZE

Dopo il caso Santarelli. Ora è rebus commissioni. Maggioranza in apnea

Il capogruppo Pd, Luca Milani chiede uno stop per evitare l’effetto domino. Ma il consigliere ribelle non molla: "Resterò presidente della Ottava".

Il capogruppo del Pd in consiglio, Luca Milani

Il capogruppo del Pd in consiglio, Luca Milani

di Francesco IngardiaFIRENZE"Chiedo che le commissioni consiliari siano fermate finché non si realizzerà un riassetto e un riequilibrio tra maggioranza e opposizione nel rispetto del criterio della proporzionalità. La distribuzione delle componenti va rivista". Il capogruppo Pd, Luca Milani, è corso ai ripari per arginare l’effetto domino all’indomani del passaggio del consigliere Luca Santarelli dai banchi della lista Sara Funaro Sindaca al Gruppo Misto di minoranza - Noi Moderati.

Come? Formalizzando tale richiesta al presidente del consiglio comunale, Cosimo Guccione, oggetto oggi della conferenza dei capigruppo. Al di là della gazzarra politica tra Santarelli e la sindaca Funaro, la maggioranza ha in effetti un problema oggettivo di sopravvivenza. Non nell’assemblea del Salone de’Dugento, i cui numeri rimangono ben saldi (soglia di governo fissata a 19 contro i 21 membri dei gruppi tra Pd, Avs-Ecolò e Lista Funaro). La piaga purulenta da sanare è sulla distribuzione delle commissioni.

Da unico esponente del Misto, di fatto Santarelli acquisisce in punta di diritto la facoltà di partecipare alla conferenza dei capigruppo e a 4 commissioni anziché 3 come per ogni consigliere comunale. E siccome la matematica non è un’opinione la maggioranza rischia di andare sotto e di farsi respingere atti a più riprese. Le presidenze delle commissioni affari istituzionali e controllo, ex lege, vanno ad esponenti di minoranza.

Ma nella seconda, presieduta da Bambagioni (Lista Schmidt), la maggioranza non tiene con Santarelli all’opposizione (5 contro 6). Più ballerine le sorti della commissione 1, quella (delicatissima) che comprende tra le materie gli affari generali e sopratutto il bilancio. Qui è sostanziale parità, 6 contro 6. Basta un’assenza per un mezzo raffreddore patito tra le file del Pd che, di nuovo, le forze di opposizione possono imporsi con nonchalance. Stoppando l’iter di delibere più o meno delicate nelle fasi navetta commissione-consiglio comunale. Santarelli, dal canto suo, ha già avanzato richiesta di entrare a far parte della commissione 9 istruzione, formazione e lavoro.

Ma a togliere il sonno a Pd e soci è l’(in)opportunità lamentata di presiedere la numero 8 alla legalità. Macrosettore rientrante tra le cause del divorzio tra Santarelli e i dem, da lui accusati di aver tenuto una postura "troppo ideologica" e "spostata a sinistra". "Non è che la gente cambia giacchetta all’improvviso senza poi badare alle conseguenze. Spero in un suo doveroso buon gesto di lasciare la presidenza. Non servono le norme qui: come si fa a pensare di poter continuare a presiedere una commissione dopo essere stato eletto coi voti di quella stessa maggioranza che hai tradito?" la stoccata al veleno di Milani a Santarelli.

Che, però, non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro: "Ho esaminato attentamente il regolamento e lo statuto - ha precisato -. Non ho rinvenuto una norma che mi impone di lasciare la presidenza della commissione 8. In caso contrario, se mi venisse fornita da Palazzo Vecchio sarei dimissionario un secondo dopo". Nel frattempo, ravvisa sorridendo, "nella storia del Palazzo non è mai successo che l’opposizione abbia più di tre commissioni". Vero, salvo ritocco in corso d’opera con la capigruppo di oggi.