Situazione sotto controllo e nessun intervento delle forze dell’ordine o chiamata per motivi di ordine pubblico o risse all’interno e all’esterno della struttura. È il bollettino che arriva dalla foresteria Pertini di Sorgane a undici giorni dallo sgombero dell’ex hotel Astor di San Jacopino, come precisano le autorità competenti su quanto invece denunciato dai consiglieri della Lega e alcuni cittadini. La struttura del Comune è una delle quattro tra Firenze e provincia dove sono stati ospitati circa 70 cittadini peruviani, di cui più di 25 minori, dei circa 140 che avevano trovato tetto nell’occupazione dell’albergo, sgomberato poi il 17 giugno. All’interno della foresteria si sta svolgendo un lavoro attento di ascolto e analisi delle singole situazioni. Il tutto per capire quali leve muovere dopo la prima temporanea accoglienza. Un lavoro delicato, quello svolto dagli operatori di Palazzo Vecchio e da quelli delle cooperative sociali che si sono impegnati senza tregua per affrontare al meglio e in poche ore l’emergenza.
L’accoglienza è temporanea per portare a soluzioni differenti a seconda delle singole situazioni. Il piano del Comune, anche per evitare scintille fra gruppi di occupanti, ha previsto di collocare in strutture separate quelli di origine rumena da quelli di origine peruviana, questi ultimi ospitati in buona parte alla foresteria di Sorgane. La scelta di puntare sulla struttura che d’inverno offre dai 50 ai 100 posti letto ha sollevato qualche preoccupazione di una parte del quartiere che ha partecipato nei giorni scorsi a un’assemblea pubblica organizzata dalla Lega. Al momento però non risultano alle forze dell’ordine chiamate per interventi né per arrivo di ambulanze. Nel frattempo, la fase di ascolto degli operatori sta andando avanti. Due giorni fa è partito l’ultimo appello della comunità peruviana ai rapitori di Kata, per bocca di padre Juan Manuel Núñez Rubio, durante una messa di preghiera per la piccola. "Non abbiate paura di farla tornare con noi. Lasciatela andare: la aspettiamo, le vogliamo bene, vogliamo vederla crescere con tutti noi insieme. Così come ogni bambino ha diritto di crescere con i suoi genitori così lo vogliamo per Kataleya".