Firenze, 25 febbraio 2024 – Vive in un’auto all’Isolotto vecchio, per paradosso in quel quartiere-giardino di La Pira che doveva essere speranza di un tetto per tutti. E invece Letizia Vetrano, 57 anni, dalla minuscola utilitaria abbandonata che ormai chiama casa, combatte da quasi due mesi con il freddo e i ‘mostri’ della notte che si aggirano in questo dedalo di viuzze dai nomi di alberi e fiori. In un vicoletto pedonale tra via Torcicoda e via Palazzo dei Diavoli, chiamato via dei Gerani, che nel linguaggio dei fiori simboleggiano la malinconia e la ricerca conforto. Una metafora che sembra descrivere il suo stato d’animo, ma anche quello di un rione che cerca di stringersi intorno a lei. Letizia non è in auto, ma al bar Bellini svoltato l’angolo che la ospita nelle prime ore ancora rigide della mattina prima che sole riesca a far sentire i raggi tiepidi di fine inverno.
"È una storia semplice la mia – spiega accennando un sorriso, ma con gli occhi gonfi di lucciconi – da tre anni con mio marito non va più bene, litigavamo spesso e purtroppo siamo arrivati al punto di separarci. Già prima non navigavo nell’oro: abitavamo in uno scantinato a 300 euro il mese di affitto. Quando sono andata via di casa non sapevo dove andare. Ho un figlio di trent’anni che ha rilevato la casa in affitto in centro dove abitava mia mamma prima che morisse, ma è un monolocale e non ci entriamo. La residenza ce l’ho qui all’Isolotto dai suoceri, ma non potevo andare da loro. E non ho un lavoro. Mi passa qualche soldino mio marito, ma pochissimo. D’altra parte è disoccupato pure lui". Una situazione delicata che non le ha permesso di fare altrimenti.
“Così sapevo di questa macchina abbandonata, sottoposta a fermo e mi ci sono infilata a dormire – ci mostra una C1 che sta venendo negli anni cannibalizzata e vandalizzata nelle lunghe notti isolottine, dentro pochi vestiti, qualche coperta per difendersi dal gelo, salviette per lavarsi – Non so come riesco a dormirci, mi fanno male le gambe, è piccola, non posso neanche sdraiarmi. Una volta la settimana mi faccio la doccia e la lavatrice da una cugina".
"Mi basterebbe una casina piccola, anche solo una stanza – le lacrime le rigano le guance – E un lavoro. Ho fatto la badante, magari ci fosse qualche anziano che è disposto a darmi vitto e alloggio in cambio di aiuto domestico. Non mi ci abituo a stare in macchina, ho paura, la notte passano persone a dare ‘picchi’ al vetro o a fischiettare colonne sonore dei film horror per spaventarmi – singhiozza a dirotto adesso Letizia –Lo so, sono pischellini che si divertono, ma dicono siano una gang e io sono una donna sola. Poi appena mi allontano mi rubano il poco che ho, pure i vestiti. Ci sono anche tante persone buone però. Qualcuno – racconta ancora la donna – bussa mi porta qualcosina, coperte, cibo ma non mi importa di mangiare, io vorrei solo un lavoro e una casa". Da Palazzo Vecchio intanto fanno sapere che la persona è già nota ai Servizi sociali e che ha avuto proposte di accompagnamento e accoglienza, ma che al momento sono state declinate.